C'è del Genio in Danimarca, e stavolta ha fatto un film nemmanco gliel'avessi ordinato io di farlo così. Richard Wagner ha ri-fondato la musica moderna nel 1859 col suo "Tristano e Isotta", il suo Preludio è uno dei brani musicali che amo di più, e il mio Lars ci costruisce intorno un film apocalittico con delle immagini di bellezza indescrivibile. Cosa posso volere ancora? Olimpo massimo per me.
Il film si presenta con delle situazioni (mostrate in un ralenti onirico) ancora non comprensibili, e sento una musica che mi è familiare. Mi scappa in sala di dire a voce sommessa - di chi è questa musica meravigliosa? la conosco ma non ricordo! - e mi arriva un aiuto insperato da quattro poltrone più in là - è il Preludio del "Tristano e Isotta"... -. E' stata una folgorazione. Accesa la lampadina, la mente è andata velocissima al mito dell'Amor Cortese dei 2 amanti adulteri, alla controversa opera di Wagner citata che fu scandalo per i tradizionalisti e inneggiata invece a capolavoro da un altro mio mito, Friedrich Nietzsche, che disse tra le altre: “Vorrei immaginare un uomo capace di ascoltare il terzo atto del Tristano senza il supporto del canto, come una gigantesca sinfonia, senza che la sua anima esali l’ultimo respiro in un doloroso spasimo”.
Se in "Antichrist" le donne avranno una sorta di definitiva rivalsa nei confronti degli uomini che le hanno malversate per tutta la storia dell'umanità (questa una delle mie interpretazioni del penultimo capolavoro di Lars), qua sono ancora loro le ultime ad affrontare da vive l'apocalisse. Degli uomini c'è solo il cucciolo di Claire, la "maschilità" è tutta da rifondare. Devo avere un occhio distorto, molti accusano il mio regista-mito di misoginia, a me invece pare l'esatto contrario e i suoi ultimi 2 film vedono donne come grandi protagoniste e La Donna come grande speranza per il nostro genere animale. Se loro sono le migliori ad affrontare l'apocalisse, che prima o poi accadrà visto anche i comportamenti nei confronti del pianeta che gli uomini (nel senso di maschi) hanno avuto finora, dobbiamo augurarci che in un futuro, sia esso il più prossimo possibile, siano loro a prendere in mano le redini del potere?
Non m'è sembrato tanto un film a cui prestare attenzione soprattutto a discorsi e dialoghi, peraltro pochi. Le parole sono strumento della polifonia in atto a suscitare sensazioni forti. Una Visione, a cui abbandonarsi. Un occhio distaccato farebbe muro, meglio passare ad altre sale a quel punto. Qua non si giudica semplicemente un film quanto piuttosto un'esperienza visiva, di trasporto emozionale. Bisogna sprofondare nella terra, come la sposa, il cavallo, Claire col bambino in braccio, in quell'incipit da cardiopalmo.
Da vedere più volte per goderne appieno le molteplici interpretazioni possibili e l'insieme riuscitissimo d'immagini e musica.
Sono caratteristiche che hanno solo i Capolavori per tutti e per nessuno.
Robydick
Non ho resistito alla tentazione di rapinare 4 immagini, tutte molto suggestive.