Quando sono andato a vedere questo film, qualche giorno fa, vicino a me era seduta una signora che appena si sono riaccese le luci ha detto ‘che cazzata’.
E questa signora che ha detto che il film era una cazzata è stata per tutta la seconda parte del film con il cappotto tenuto a mezzo metro dalla sua faccia, per coprire lo schermo e sbirciare, non ce la faceva a guardare, la tensione era insostenibile, non le bastavano le mani per coprire lo schermo, ha avuto bisogno di tutto il cappotto. E appena si sono accese le luci ha detto appunto che era una cazzata, che secondo me era un po’ fuori luogo, dopo la storia del cappotto, ma non è questo il punto.
Questo film è diviso in due parti. La prima racconta il ricevimento di un matrimonio. La seconda racconta la fine del mondo.
Però non è la fine del mondo tipo chessò, Armageddon, quei film lì, con gli scienziati che provano a fermarla, con l’eroe che salta sull’astronave, fa a pezzi un paio di asteroidi e via, no, non è una cosa contro la quale si può fare granché, arriva, semplicemente, e arriva come amplificazione della depressione della sposa. Ed è una cosa che a me, a differenza della signora, ha messo pace, una gran pace. E la pace viene dal fatto che il senso della fine di tutte le cose, che un evento come LA FINE DEL MONDO porta inevitabilmente con sé, si armonizza con l’infinita tristezza della protagonista, il mondo improvvisamente somiglia a questa tristezza, coincide con lei, la corrisponde, e non c’è da esserne felici, sarebbe troppo, ma in pace, quello sì. Come ascoltare canzoni tristi, quando sei già parecchio giù. È una cosa che ti consola.
Oppure, più probabilmente, devo iniziare a preoccuparmi. Forse la reazione della signora col cappotto era quella psicologicamente sana, non so, sembrava di guardare due film diversi, ho pensato a un certo punto che fosse in 3D e si erano dimenticati di darmi gli occhialini.
La settimana scorsa ho visto Drive per la seconda volta, che mi era piaciuto parecchio già la prima, e quando si sono riaccese le luci una ragazza seduta accanto a me ha detto ‘che film di merda’. E niente, è un periodo che va così. Passerà.