Giornata convulsa ricca di smentite, conferme, scoop e bisbigli. Oggi però, l’avvocato Valter Biscotti ha fatto visita oggi in carcere a Salvatore Parolisi , detenuto nel carcere di Castrogno a Teramo. E’ stato proprio l’avvocato Biscotti a confermare al caporal maggiore la notizia del nuovo arresto bis anche se, finora, la misura cautelare firmata dal gip di Teramo Giovanni Cirillo non e’ stato notificato. In serata i carabinieri del comando provinciale di Ascoli Piceno che hanno finora condotto le indagini sul delitto di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo) hanno notificato il secondo arresto. L’ordinanza è basata su un ipotetico falso alibi di Parolisi e la deturpazione del cadavere. L’ipotesi sarebbe quella che il caporalmaggiore avrebbe sbagliato dal primo momento volendo far credere di cercare la moglie scomparsa e non sarebbe mai stato a Colle San Marco con Melania. Inoltre nell’ordinanza si parla di deturpazione del cadavere, come macabro tentativo per far pensare a un’altra mano. Mentre l’avvocato Biscotti ha informato la stampa sullo stato del detenuto:”Salvatore Parolisi era tranquillo, abbiamo parlato un po’. “Il mio assistito si sta studiano le carte. Quanto all’emissione della nuova misura cautelare, questa era prevedibile. Non risponderemo all’interrogatorio di garanzia qualora venisse fissato ed andremo dritti al Riesame all’Aquila”. L’interrogatorio in carcere sarebbe, comunque, stato fissato per giovedi’ mattina. Sul ritrovamento del materiale pilifero sul corpo trucidato di Melania, l’avvocato Biscotti ha sottolineato che esiste ed è parecchio.Cosa che invece aveva smentito nella mattinata l’avvocato Gionni, legale della famiglia Rea. Secondo quanto ha dichiarato l’avvocato di Parolisi sia le foto sia la perizia del medico legale Tagliabracci confermerebbe che “Quei capelli ci sono e non sono ne’ di Melania ne’ di Salvatore”. Come vi abbiamo già comunicato nel pomeriggio la famiglia Rea non è convinta sull’esistenza delle prove che scagionerebbero il vedovo. Infatti da TGcom apprendiamo che Michele Rea,in esclusiva a Tabloid ha dichiarato: “Non possiamo sminuire il lavoro fatto dalla Procura in 3 mesi”
Michele Rea,fratello di Melania, in particolare, non crede che quanto emerso in questi ultimi giorni possa davvero cambiare la situazione: “La targa dell’automobile non era quella di Salvatore. Quanto ai capelli, Melania è stata lì un paio di giorni. Quindi, una folata di vento e questi capelli le sono capitati addosso”. Il fratello di Melania chiede poi maggiore rispetto verso gli inquirenti: “Non possiamo sminuire il lavoro fatto dalla Propcura in tre mesi. Dobbiamo andarci con i piedi di piombo come siamo andati fino a oggi”.
Intanto dalla nuova ordinanza emergono dubbi sul movente passionale. La Repubblica scrive che Melania potrebbe essere stata uccisa anche perché venuta a conoscenza di un segreto particolare, qualcosa di inconfessabile, forse riconducibile al mondo della caserma in cui il marito era istruttore di soldatesse. Intanto le indagini proseguono e emerge la possibilita che il telefonino di Melania sia stato manipolato. Sembra infatti che il magistrato abbia definito incompatibile con l’aggressione la posizione in cui il cellulare è stato ritrovato. In merito al falso alibi sembra infatti che il 18 aprile Salvatore non sia mai stato a Colle San Marco, dove aveva riferito di aver portato Melania e la loro figlioletta. E il militare ha cercato sua moglie troppo tardi, se è vero che il suo telefonino era spento nel tempo in cui la donna “scompariva” e veniva riacceso solo poco dopo l’arrivo di Parolisi a Colle San Marco, quando un minuto dopo l’uomo chiama sul cellulare la moglie, che a quel punto è già morta, come ha accertato l’autopsia. Dall’ordinanza poi emergerebbe un buco nella narrazione di Parolisi. Infatti si noterebbe che il 19 aprile mattina, tra le telefonate alla sua amante Ludovica non andate a buon fine, Salvatore “scompare” per un’ora. Per l’accusa è in quell’ora che il caporalmaggiore organizza la messinscena della siringa e dei colpi inferti al corpo di Melania post-mortem. Intanto gli avvocati della difesa hanno già annunciato che andranno al riesame.
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