La melatonina, isolata da Lerner nel 1958, è un ormone prodotto principalmente dalla ghiandola pineale, o epifisi, posta alla base del cervello ed è regolata dal ciclo giorno/notte. E’ spesso chiamata “ormone della notte”, perché secreta principalmente di notte e l’esposizione alla luce sopprime la sua sintesi, rendendo i suoi livelli sierici bassi durante il giorno.
Il suo ruolo principale consiste nel segnalare il “tempo del giorno” ed il “tempo dell’anno” a tutti i tessuti dell’organismo, regolando, quindi, la ritmicità dell' organismo.
Queste sue proprietà “cronobiotiche” si sono dimostrate efficaci nel trattamento di vari disordini del ritmo circadiano, tra cui fusi orari e disordini del sonno legati a turni di lavoro notturni.
La melatonina promuove il sonno ed è utile nel trattamento dell’insonnia negli anziani e della depressione, in particolare quella invernale. Si deve, comunque, ricordare che gli effetti della melatonina che favoriscono il sonno sono distinti da quelli dei classici ipnotici e non sono associati ad alterazioni dell’”architettura” del sonno.
La melatonina agisce a livello dei suoi recettori e, poiché questi sono presenti in diversi tessuti ed organi, bastano dosi intorno a 0,1-0,3 mg/die; la sua somministrazione è consigliata prima di coricarsi. Solitamente i dosaggi più utilizzati in commercio sono tra i 3 ed i 5 mg e viene consigliata per cicli di almeno 20 giorni con somministrazione quotidiana. Spesso viene abbinata a sostanze come il Triptofano e la vitamina B6 che possono potenziarne l' effetto.
Diversi studi riportano disordini legati al sonno ed alterazioni del ritmo circadiano in bambini autistici, suggerendo delle anormalità a livello della melatonina.
Uno studio in particolare ha dimostrato che la produzione notturna di melatonina in questi bambini è ridotta ed ha suggerito che questa sostanza possa essere un valido aiuto nell’autismo.
Si pensa che la diminuzione della sintesi di questo ormone negli individui anziani sia uno dei fattori primari che contribuiscono allo sviluppo di malattie neurodegenerative, poiché soggetti affetti da Alzheimer presentano una maggiore riduzione di questo ormone.
Studi clinici sull’uso terapeutico della melatonina hanno dimostrato la sua efficacia nel rallentare la progressione dell’Alzheimer, dimostrando una neuroprotezione, dovuta ai suoi effetti antiossidanti.
Non l'abbiamo vista utilizzare in gravidanza ed allattamento mentre si sta somministrando ai bambini molto piccoli in gocce abbinata spesso con la Melissa, Camomilla, Escolzia.
Come avrete capito gli usi sono molti e soprattutto si sta studiando la sua azione in molti distretti del nostro organismo e siamo certi che arriveranno nuovi utilizzi.
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