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Poi se a momenti apprezzo l'adrenalina che ti dà l'avventura (perchè questo l'Australia è stata ed è ancora per noi, un'avventura in tutti i sensi, incluso il rischio. Già all'arrivo non sapevamo che sarebbe successo e ora, a distanza di praticamente un anno, siamo daccapo!) e il fatto di rimettermi in discussione ancora una volta, dall'altro inizio a essere stanca, veramente stanca di non fermarmi mai, di non poter dire 'alt! ora mi godo per un pò questa situazione, il tempo di riprendere fiato e poi perchè no, avanti con la prossima avventura' ma così no, no, è troppo presto. Troppo presto per tornare a casa (anche se parte di me lo desidera intensamente), troppo presto per ricominciare ad affannarsi dietro a carte, telefonate, uffici, code, soldi, aaaaargghh... E le soddisfazioni? Ora che iniziavamo ad integrarci meglio, a godere dei benefici dello star qua e tutto...No, non si può mai star tranquilli. Forse la tranquillità è la fine, quindi forse per quelli come noi è meglio non desiderarla! (leggi con filtro sarcasmo attivato.. e chissenefrega se il 'sarcasm is the lowest form of wit'!)
Carlo la sta prendendo meglio, con filosofia, positivamente. Ogni crisi, ogni cambiamento è un'opportunità. Io come al solito sono altalenante. L'eccitazione lascia il posto alla disperazione solo per scambiarsi di nuovo poco tempo dopo.
L'anno scorso per certi versi l'ho un pò buttato. I primi mesi non sapevo bene cosa fare, come muovermi, la città mi sembrava immensa e inaffrontabile. Ho scelto un lavoro che mi impegnasse fisicamente e mi desse da guadagnare un pò, nel frattempo ci avrei pensato. Sono tornata dalle vacanze in Italia con uno sprito nuovo, determinata a trovarmi un certo tipo di lavoro e ad organizzare un corso oltre che seguire le mie passioni. Fino a due giorni fa la mia testa è stata un continuo fermento, le mie mani giù a scrivere e a fare. Poi crolla tutto di nuovo. A volte mi sento un pò come se facessi due passi in avanti e uno indietro o peggio, due indietro e uno in avanti. Mi sembra di avvicinarmi di più ai miei obiettivi e poi 'zac!' in un lampo ci si riallontana di nuovo.
Ma succede a tutti così? Probabilmente sì. Poi considerando tutto, ovvio, non stiamo male. Siamo comunque immigrati di lusso e se anche tornassimo a casa, un tetto sopra la testa ce l'avremmo comunque e anche il pane quotidiano, quindi non bisognerebbe proprio lamentarsi.Come non è per niente il caso di fare confronti con le altre persone, del tipo 'eh, ma a Tizio vanno sempre tutte dritte, neanche un problema...' sennò veramente ci sifa del male e basta.
E allora, ancora una volta...AVANTI. Le possibilità sono:-una nuova sponsorizzazione per Carlo (che fra l'altro ne ha 'the balls full' di fare l'idraulico)-una sponsorizzazione per me (praticamente impossibile, ma la speranza è l'ultima a morire dicono. La mia l'ho conciata per le feste già comunque, ma non è completamente distrutta)-uno/due visti per entrare come studenti (stiamo valutando i corsi disponibili, i loro costi -hanno prezzi proibitivi- e le relative borse di studio) che ci lascerebbero cmq lavorare per una ventina di ore a settimana, poco ma meglio di niente.-tornare a casa. E anche se sarei ben felice di tornarci e vedere la mia famiglia, sento che non è ancora finito il nostro momento qua, dobbiamo portare a termine un altro anno..
Vi aggiornerò nei prossimi giorni su quel che accade. Nel frattempo sto cercando di capire cosa voglio, cosa sento, cosa mi aspetto da me e dall'Australia.
Ah un'altra cosa: fa caldo. Ma un caldo boia, di quelli che non ti fanno respirare e mi sembra ancora di più di vivere in un'altra dimensione. Indispettita, appiccicosa, sonnolenta e incocludente. Forse è proprio il caso di dormirci su.
Domani sarà un'altra giornata di sole. Inizia il Brunswick Music Festival e probabilmente andremo a sentire il concerto gratuito della Schljivovitz Orkestra (spero di averlo scritto giusto, sono troppo accaldata per muovermi troppo e controllare), in stile est-europa, super energico, perfetto per ballare e scaricare le tensioni. Poi ci sarebbe la mostra degli studenti di Textiles (tessuti) dell'RMIT (università locale), sempre a Brunswick. E il mercatino di Slow Food all'Abbotsford Convent e poi alla sera l'ultimo concerto gratuito della MSO (Melbourne Symphony Orchestra) al Sydney Myer Music Bowl.
Il concerto di sabato scorso è stato fantastico: l'orchestra ha presentato 'Kalkadungu', un pezzo scritto in collaborazione con William Barton, aborigeno, e pensato per un solista che canti, suoni la chitarra elettrica e il didjeridu. Ad un certo punto, persino dei rami di eucalipto si sono trasformati in strumenti! Le loro foglie cantavano un fruscìo sommesso ma persistente, quasi il sospiro di questa terra e dei suoi figli, evocato in un luogo che su questa terra solamente si appoggia ma non ne è legata e vincolata con delle radici millenarie.Ad ogni modo, a fine concerto c'è stata un'ovazione del pubblico che si è alzato e ha continuoato ad applaudire a lungo. Qualche messaggio dev'essere arrivato alla platea insomma. Beh, se volete avere un'idea del vero potenziale del didjeridu, dell'Australia di oggi e delle sue facce, ascoltatevi qualcosa su youtube o cercate il CD, merita!
Vi lascio ora con questi palloncini colorati che qualcuno ha regalato ai pedoni di passaggio per le vie del centro di South Melbourne... Alla fine siamo così, le nostre vite palloncini, spinti di qua e di là dal vento giocherellone. Possiamo goderci il nostro volo e guardarci attorno e stupirci in continuazione o insultare il vento (che tanto non si ferma) finchè non arriverà il momento di scoppiare. Meglio godersi il volo va...
Intanto mi godo anche il letto però, e la calura che invocherò quando avrò freddo:-p
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