Intervista tratta dal settimanale Parmapress24 ad opera di Caterina Zanirato e pubblicata sulla pagina facebook degli Aironi (scarica il pdf del settimanale)
Quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita di sabato scorso, allo Zaffanella di Viadana, è finito ben più del campionato della Celtic League. Tutti, dai giocatori ai tifosi, dallo staff tecnico agli addetti stampa, erano ben consapevoli che da quel momento nulla sarebbe stato più come prima: gli Aironi hanno smesso di volare. La società sarà infatti sciolta. Il personale lasciato a casa. E poi, si vedrà. Se nel futuro della Celtic League ci sarà ancora la squadra di Viadana, dipende solo ed esclusivamente dal “vil denaro”: se i giocatori accetteranno di vedersi diminuire lo stipendio anche del 50% (il compenso di un campione di rugby, nazionale e con parecchia esperienza va dai 200 ai 300mila euro l’anno, ma c’è anche chi prende molto ma molto meno) e la Fir considererà la società “affidabile” si proseguirà, in un clima di austerity. Altrimenti, anche gli Aironi entreranno a far parte della storia passata. E’ finita.
Per Silvano Melegari, presidente degli Aironi e protagonista in questi mesi della rivoluzione dei neroargento, è stata comunque un’annata positiva, almeno dal punto di vista sportivo.
“Sono soddisfatto perché siamo riusciti ad avere un progress continuo in questa stagione – commenta Melegari -. Abbiamo vinto 4 partite e ottenuto 7 punti di bonus, ovvero in quelle partite in cui abbiamo perso di misura senza scarto: la squadra evidentemente si è consolidata e migliorata. I giocatori hanno creato un amalgama di gioco. Nonostante il campionato fosse denso di impegni: una Coppa del mondo e il Sei nazioni. Insomma, delle due stagioni questa è sicuramente la migliore”.
Ma Melegari vuole anche bacchettare i suoi giocatori, non abbandonandosi a sentimentalismi:
“Da parte dei giocatori nazionali, in cui nutrivamo le aspettative maggiori, abbiamo ricevuto invece prestazioni negative, soprattutto a inizio campionato, anche se sono consapevole che dopo il rientro dalla Coppa del Mondo erano molto stanchi. A Monza per la coppa abbiamo attirato 20mila spettatori, quindi il risultato è positivo anche in termine di pubblico. Fa parte del gioco: il primo anno è stato di start up, ora stavamo per diventare grandi”.
Peccato però per le difficoltà economiche, che hanno comportato una difficile prosecuzione nel campionato, tanto che la Fir ha revocato agli Aironi la licenza di giocare in Celtic League fino al 2014. Di qui la decisione di partecipare ancora una volta al bando presentando una nuova franchigia con Colorno (escludendo così le socie parmigiane che hanno fatto negare l’appoggio).
“La nuova società dovrebbe essere composta da Viadana e Colorno, visto che è la squadra capofila degli Aironi. Il nome lo definiremo, al momento ci chiamiamo Viadana, ma il mio obiettivo sarebbe quello di mantenere nome Aironi, non per la società, ma come marchio, perché ormai è un brand a livello internazionale. La nostra candidatura si poggia sulla rimodulazione di un nuovo budget: ho già fatto una ricognizione con i procuratori per capire come comportarmi. Il 70% dell’incidenza del budget è lo stipendio dei giocatori: ovvio che con queste cifre la situazione non può più reggere. E’ necessario quindi un taglio fino al 50% soprattutto per i più onerosi, per poterci garantire la continuità all’interno della Celtic Leauge senza sorprese. Se i giocatori non saranno disponibili a giocare per meno soldi dovrò sciogliere la riserva e comunicare alla Fir che non ce la faremo e farà la sua franchigia, come già aveva anticipato”.
Ovvio che il malumore dei giocatori potrebbe rovinare le prestazioni in campo, condannando così la squadra a sopravvivere sì, ma con scarse soddisfazioni:
“L’ho messo in conto – rivela Melegari – ma ritengo che siano dei professionisti e che daranno comunque il massimo in campo come sabato scorso. Purtroppo gli Aironi sono morti, quelli che erano una volta almeno. Il giorno in cui la Fir ci ha escluso dal campionato sono terminati tutti i contratti. Ho ritenuto di fare una proposta nuova secondo le nostre nuove entrate: una proposta umana, per garantire una continuità, ma sono comunque liberi di trovare alternative se non gli andasse bene”.
Una situazione che penalizzerà non solo gli atleti, ma tutti i lavoratori a marchio “Aironi”:
“Lo staff sarà ridotto – ammette Melegari – Per quanto riguarda lo staff tecnico, arriverà quello concordato con la Fir, è tornato sereno almeno su quello. Tutti i lavoratori, dagli uomini di campo ai colletti bianchi, sono in discussione: non possiamo più permetterci spese, tutti i compensi saranno ridimensionati e lo staff sarà minimale, ridotto di un terzo di sicuro”.
Al momento, quindi, la franchigia Aironi si trova in un limbo, da cui non sa se uscirà vincente o sconfitta:
“Non ho ancora ricevuto risposte da nessuno – afferma Melegari -. Io mi trovo però a essere presidente di una nuova società, con un budget da presentare entro il 14 maggio: quindi mi aspetto una risposta rapida, che dovrà essere sottoposta al vaglio della federazione. Entro quella data devo sapere chi ci sta o no.