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Meli contro Ronchi

Creato il 10 giugno 2011 da Nonzittitelarte

“Ronchi inadatto come assessore” Meli contro l’ex della Regione
Meli
Mauro Meli contro Alberto Ronchi volume secondo. Il sovrintendente del teatro Regio riparte alla carica dopo le schermaglie di due settimane fa (LEGGI) sui finanziamenti regionali:  “Lo dico tranquillamente – attacca il maestro – Ronchi per me è una persona che non avrebbe dovuto fare l’assessore alla Cultura”.

L’assist arriva durante la seconda Commissione consiliare in Comune, servito facile facile dal consigliere di maggioranza Mario Taliani: “Maestro perché non dice qualcosa sulla Regione?”. Meli non se lo fa ripetere e quindi via: musica maestro contro Ronchi, ex assessore alla Cultura dell’Emilia Romagna e ora del Comune di Bologna. “Una città come Parma e un teatro come il Regio – scandisce il sovrintendente – non possono tollerare che la Regione non fornisca il proprio aiuto. Ronchi non ha fatto niente per i teatri emiliani. Eppure – prosegue Meli – Parma è una delle due capitali della lirica in regione, per il mondo è anzi anche più importante di Bologna (oggetto della precedente polemica tra i due, ndr) e senz’altro è uno dei 15 teatri più importanti per la lirica”.

Dunque sbaglia chi come Ronchi, dice il sovrintendente, in passato si è giustificato citando la Toscanini: “Riassumendo per sommi capi – spiega Meli – la Regione ha sempre detto ‘Sosteniamo già la Fondazione Toscanini, cos’altro dobbiamo fare per Parma?’ Ma questo è sbagliato, visto che poi l’Emilia Romagna elargisce al Regio solo una quota parte dei finanziamenti per i teatri di tradizione pari al massimo a 600mila euro annui”. Quindi l’acuto del sovrintendente: “Ronchi non avrebbe dovuto fare l’assessore alla Cultura”.

Il provvedimento tecnico – Soddisfatto Taliani, Meli torna all’ordine del giorno che recita: “Situazione relativa all’organizzazione del Festival Verdi”. La notizia Meli l’aveva appena data: “Insieme al sindaco – aveva detto nel merito – stiamo provando ad ottenere dal Governo un provvedimento tecnico per ottenere finanziamenti adeguati per il Festival Verdi. Servono 4 milioni di euro, anche se siamo pronti a stringere la cinghia nel caso ne arrivassero solo 3. Di questo abbiamo bisogno”.

Il “provvedimento tecnico” servirebbe a rimpolpare in fretta il portafogli, dopo che a fine maggio era saltato l’emendamento al decreto omnibus. “Il Governo, ponendo la fiducia sul testo – ricorda Meli – ha reso impossibile l’aggiunta sul finanziamento del Festival”. Eppure si dice tranquillo il maestro. “I soldi arriveranno da Arcus, arriveranno tutti e anche di più dell’anno scorso” assicura Meli. La società creata dall’ex ministro Pietro Lunardi, finalizzata proprio alla distribuzione di risorse alla cultura, “ogni anno in questo periodo annuncia quanto ci verrà concesso per il Festival”. Di solito la cassa lunardiana sborsa 1,8 milioni di euro annui.

“Mancano liquidi” – Più preoccupato si dice il sovrintendente “dalla liquidità della Fondazione Regio, che registra una situazione piuttosto pesante”. E qui arriva una tirata d’orecchi per i soci fondatori. “Normalmente – ricorda Meli – quando si costituisce una Fondazione la si dota di un patrimonio sufficiente ad affrontare eventuali crisi, mentre nel nostro caso non sono stati forniti i contanti necessari. Per questo i lavoratori sono giustamente preoccupati, lavoratori che devono essere rispettati e tutelati”. Anche Comune e Banca Monte hanno chiuso i rubinetti: “Il primo nel 2007 ha elargito 4,8 milioni di euro mentre ora soltanto 3 – precisa Meli – il secondo è passato da un milione a poche decine di migliaia di euro”. E pensare che a Salisburgo, solito e agognato metro di paragone, “per il Festival hanno a disposizione 60 milioni di euro”.

La legge – La speranza è allora la famosa legge ad hoc per il bicentenario verdiano, che si celebrerà nel 2013: “L’ha proposta, tra gli altri, l’onorevole Carmen Motta e istituisce un Comitato nazionale per le celebrazioni – illustra il maestro – che avrà a disposizione 12 milioni di euro per quattro anni”. Il futuro per il sovrintendente passa attraverso l’alleanza con il territorio: “Vorremmo moltiplicare per sei l’effetto attrattivo del Festival Verdi. Come fare? Distribuendo la programmazione nei teatri delle città vicine. Perché non pensare, ad esempio, di mandare in autobus i turisti a Modena per una recita verdiana?”. La bacchetta da direttore resterebbe e Parma, chiaro: “La redditività dei flussi turistici sarà preservata – garantisce Meli – dato che i visitatori verrebbero comunque negli alberghi di Parma”. E’ la flessibilità del Festival, che Meli annuncia già per il prossimo anno in fase sperimentale “per poi metterla a frutto nel 2013”.di MARCO SEVERO
La Repubblica Parma.it

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