Melvins – Freak Puke

Creato il 15 giugno 2012 da Figurehead @figureheadblog

In questi ultimi anni di revival anni 90 ce n’è stati parecchi. Alcuni divertenti come i rimasugli dei Kyuss, alcuni raccapriccianti e patetici come i rimasugli umani dei Meat Puppets, ma tutti comunque sfrontatamente opportunistici. Vedo i cartelloni e mi sembra di essere tornato in terza liceo: Soundgarden, Stone Temple Pilot e Alice in Chains… Alché le domande sorgono spontanee: i gruppi attuali fanno così schifo che dobbiamo riesumare i cadaveri per i festival estivi? Ma anche: queste vecchie glorie sono così disperate che per pagarsi vanno in giro a vendere ricordi e dignità per 60euro+costi prevendita?

Ma non è questo l’argomento del mio post. Anzi. In tutto questo fuffame sono stato un po’ col dito tremante prima di cliccare play sullo streaming del nuovo disco dei Melvins: Freak Puke.

Avendo visto i Melvins in concerto devo dire che comunque ero abbastanza positivo al contrario dei Meat Puppets (vi giuro che mi hanno fatto veramente cagare dal vivo!) suonano, e suonano di brutto. E al contrario dei “Kyuss” non erano lì a fare juke box ma ci credevano ancora in quello che facevano, e si lasciavano andare ai pezzi lasciandoli scorrazzare liberamente sul palco coinvolgendo e facendosi coinvolgere.

Evidentemente la curiosità e la vena creativa di King Buzzo non si è esaurita, e Freak Puke ne é la conferma. Un album pubblicato come Melvins Lite, non perché contengano meno grassi (anzi…me par proprio il contrario) ma perché invece della sezione ritmica aggiunta dei Big Business (il bassista orso-barbuto e il secondo batterista) hanno ingaggiato il delicatissimo Trevor Dunn, un pazzo furioso che è stato tra i fondatori dei Mr. Bungle e ha suonato con Fantômas, Tomahawk e John Zorn. Qui suona basso contrabbasso e archi vari ed eventuali, creando un ponte malato tra le bordate dei Melvins e gli squilibri mentali del free jazz. Una situazione da ricovero psichiatrico che però, nemmeno troppo inspiegabilmente, i Melvins gestiscono a meraviglia.

Niente di trito e ritrito, niente formule “di mestiere”. Qui c’è gente che inventa scopre si stupisce ed improvvisa come qualsiasi band di ragazzini talentuosi.

Non l’album della vita ma sicuramente da ascoltare, me lo sto spremendo in questi giorni. Mi piace molto come riescano ad amalgamare gli archi con la potente batteria di Dale Crover e le chitarre di Buzzo, che riescono a risultare violentissime e diaboliche pur con un uso limitatissimo del distorsore. Mi viene il sospetto che con la sua mente malata, le linee vocali contorte e decadenti, i testi che parlano di cose schifose, riuscirebbe a fare un disco metal anche suonando col flauto di plastica delle medie.

Ecco la tracklist e, non ditelo a nessuno, ma se ci cliccate parte una playlist di youtube!

1. Mr. Rip-Off
2. Inner Ear Rupture
3. Baby Won’t You Weird Me Out
4. Worm Farm Waltz
5. A Growing Disgust
6. Leon Versus the Revolution
7. Holy Barbarian
8. Freak Puke
9. Let Me Roll It
10. Tommy Goes Berserk


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