Lo stato d’animo pre Melvins era un po’ confuso ed indefinito. Vi spiego. I Melvins li conosco ma non abbastanza, giusto quei pochi pezzi che tutti conoscono. In piú i miei ascolti, escluse le secchiate in ufficio durante la settimana precedente il concerto, risalgono ad almeno 10 anni fa. E il ricordo della delusione dei Meat Puppets (lo so che non hanno niente a che vedere ma nella mia mente sono in qualche modo collegati nel nome dei Nirvana) mi ha reso un po’ guardingo. Il tutto condito con le 10 birre che tra io e il socio Takeshi avevamo in corpo.
Con grande sollievo scopriamo che non c’é gruppo spalla. Solo Melvins. Gli strumenti attendono allineati sul bordo del palco, minacciosi, presto protagonisti insieme al muro di suoni e capelli di uno dei concerti migliori del 2011.
I Melvins fanno sul serio e lo si capisce dall’attacco con Hung Bunny e Roman Dog Bird. I due pezzi insieme durano piú di 15 minuti, non vi so dire se li hanno un po’ tagliati o se sono stati cosi travolgenti, fin dalla prima nota, da cancellare la concezione del tempo.
Non c’é tregua e King Buzzo e soci continuano a scioglerci la faccia con riff granitici e colpi di batteria al limite del legale. Ma il delirio vero e proprio arriva con Lizzy, che tutti conoscono, le persone volano, le birre pure. Non é revival, questa é la follia che sopravvive nelle persone e che, nonostante i 30 o anche 40 anni, viene resuscitata da un riff semplicemente delirante e blues.
Il video qui sopra é molto bello e rende l’idea. La diffenza era l’assenza (oltre che delle top models nel pubblico) del secondo batterista. Devo dire che Dale Crover non ce ne fa sentire la mancanza, un batterista tanto imponente e mostruoso non l’avevo forse mai visto dal vivo. E’ impressionante e ora capisco da chi ha imparato Luca dei Verdena.
Ora non vi sto a raccontare il resto del concerto. Ho messo la setlist qui sotto con tanto di video in modo che potete simularvi il concerto a casa. Invitate un sacco di sconosciuti in camera vostra, ammazzatevi di birre, mettete lo stereo a palla e non andateci piano con spintoni e pugni nei reni.
Vorrei solo farvi notare la presenza, verso la fine, di A History of Bad Men e The Bit, non so se mi spiego. Cosí ci hanno spedito a casa i Melvins, strisciando sui gomiti. Il video di A History of Bad Men é pure stato fatto a questo concerto, si vede malissimo ma l’audio é buono.
1. Hung Bunny
2. Roman Dog Bird
3. The Water Glass
4. Evil New War God
5. AMAZON
6. The Talking Horse
7. It’s Shoved
8. Lizzy
9. The Kicking Machine
10. Billy Fish
11. Up The Dumper
12. Electric Flower
13. Queen
14. At the Stake
15. Copache
16. Spread Eagle
17. A History of Bad Men
18. Ligature
19. The Bit
20. Shevil