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Membership e Symbiosis

Creato il 06 marzo 2014 da Pedroelrey

Lo sap­piamo, ormai è diven­tato un man­tra, il pro­blema della soste­ni­bi­lità, della ricerca di un modello che nella tran­si­zione verso il digi­tale rie­sca a ren­dere soste­ni­bile eco­no­mi­ca­mente le evo­lu­zioni in corso è lo sco­glio da supe­rare sul quale fiumi di inchio­stro [e exbi­bit] ven­gono ver­sati quotidianamente.

Andrew Mil­ler, CEO del Guar­dian Media Group, durante un suo speech ieri al con­ve­gno lon­di­nese Digi­tal Media Stra­te­gies, ha ricor­dato la strada scelta fatta sostan­zial­mente di incre­mento del valore dell’advertising, fatto di cre­scita dell’audience ma anche di grande atten­zione ai dati ed al valore aggiunto che que­sti hanno per creare solu­zioni pub­bli­ci­ta­rie inte­res­santi per le aziende, e  di “ope­ness”, di aper­tura nei con­fronti dei let­tori, dei cit­ta­dini, non­ché di non ado­zione di alcuna sorta di pay­wall [full, mete­red, reversed].

Que­sto non signi­fica ha spie­gato Mil­ler che si rinunci ai ricavi dalla ven­dita di con­te­nuti ai let­tori, bensì che deve essere fatto in modo diverso: attra­verso pro­grammi di membership.

“We reco­gnise we have to get more direct-to-consumer reve­nue over time and the way we will do that is through membership-type pro­po­si­tions, but it’s going to be much more than a pay­wall. A pay­wall is to me an inverse loyalty scheme, where the more you con­sume the more you pay, which doesn’t seem to work.”

Pro­prio di mem­ber­ship, come ele­mento di un “modello di busi­ness 2.0″, evo­luto, par­lavo —  e scri­vevo — alla fine del 2013. Di seguito le due slide della pre­sen­ta­zione alla base del ragio­na­mento per como­dità di lettura.

Membership

Membership benefits

 Da un modello incen­trato sul pro­dotto, quello della “mitica” Ford T per rico­struirne l’emblema, si è sem­pre più pas­sati ad un approc­cio custo­mer cen­tric, con al cen­tro, appunto, il con­su­ma­tore [aka le per­sone]. Fase che, ele­van­dosi per cer­care di avere una visuale migliore, pro­ba­bil­mente l’industria dell’informazione non ha colto essendo mag­gior­mente foca­liz­zata sui ricavi dalla pubblicità.

L’ulteriore evo­lu­zione, il modello da per­se­guire attual­mente è quello della sim­biosi di cui Face­book è l’esempio più evi­dente. Sym­bio­sis, per dirla in inglese, che si basa, come dice il ter­mine, sull’idea che le imprese e le per­sone abbiano mutua­mente biso­gno gli uni degli altri per avere suc­cesso, soddisfazione.

symbiosis

Come scri­ve­vano Don Tap­scott e Antony D. Wil­liams già nel 2007 in “Wiki­no­mics” è la crea­zione di valore [aggiunto] per il cliente, per le per­sone, NON il con­trollo la rispo­sta da dare nella digi­tal economy.

Che molti edi­tori, molte testate, a sette anni di distanza non l’abbiano ancora com­preso è oltre­modo preoccupante.

Ripren­dendo un vec­chio ada­gio, modi­fi­can­dolo, adat­tan­dolo all’attualità: que­sta non è la stampa, è il Web, bel­lezza! Segna­tevi que­ste due parole: mem­ber­ship e sym­bio­sis, ne sen­ti­rete par­lare parec­chio d’ora in poi, se volete essere della par­tita, ovviamente.

Customer value

Bonus track sull’argomento, lo speech di Michael Por­ter: “Crea­ting Shared Value”

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