Che dire: se non hai più vent’anni, vieni da un passato più che glorioso (gli esordi risalgono al principio degli Ottanta, John Peel e Steve Albini li adoravano) e ai tempi in pochi, in fondo, ti hanno seguito, è pure legittimo provare a tornare in pista per raccogliere un po’ di gloria postuma. Niente di male in tutto ciò, anzi: si potrebbero fare tanti esempi a riguardo. Gli inglesi Membranes, capitanati dal coriaceo John Robb, devono avere, forse, il dente avvelenato col mondo intero o magari è tornata loro solo la voglia di far vedere che di canzoni interessanti, con un immaginario ben definito e l’urgenza espressiva del caso, sono ancora capaci a comporne, vedi la passeggiata dark&blues di “Money Is Dust”, nonostante l’inizio non sia proprio dei più originali, nel senso che in “The Universe Explodes Into A Billion Photons Of Pure White Light” il suono somiglia parecchio a quello dei rinati Swans. Poco male, comunque: il quartetto ha altre affilatissime armi, vedi alla voce “esperienza da vendere”, infatti la situazione migliora con la successiva “Do The Supernova”, missile noise che non fa prigionieri, o nelle cattive e più che velenose “Space Junk” e “21st Century Man”, per non dire della lancinante e mortifera “In The Graveyard”, come i Cramps che amoreggiano coi Jesus Lizard. Se in “If You Enter The Arena, You Got To Be Prepared To Deal With The Lions” la temperatura di esercizio ricorda una pentola a pressione che sta per esplodere da un momento all’altro (spesso il cantato di Robb è biascicato e la registrazione enfatizza proprio quest’immediatezza), “Dark Energy” è il frutto di un’evidente, e febbrile, voglia di tornare sui palchi a far faville. In sostanza, però, questo Dark Matter/Dark Energy non m’ha entusiasmato nella sua interezza, alla lunga tende a stancare, anche vista la durata dell’insieme, pur avendo tutte le carte in regola per farsi notare rispetto a molte delle uscite odierne. Se ci pensate, in fondo, la Storia del pop, quella con la esse maiuscola, oltre ad oscurare le band più meritorie (succedeva ai tempi, figurarsi oggi), a volte si prende la briga di fare selezione, certamente “violenta” nei casi più eclatanti. Coi Membranes sembra essere andata proprio così, purtroppo, e, ahiloro, probabilmente rimarranno relegati nel limbo delle band “seminali”, ma di secondo piano. Per cultori di questo particolare tipo di sonorità.
Tracklist
01. The Universe Explodes into A Billion Photons Of Pure White Light
02. Do The Supernova
03. 21st Century Man
04. Money Is Dust
06. The Multiverse Suite
07. Space Junk
08. Dark Matter
09. If You Enter The Arena You’ve Got To Be Prepared To Deal With The Lions
10. In The Graveyard
11. Hail To The Lovers
12. Magic Eye (To See The Sky)
13. 5776 (The Breathing Song)
14. Dark Energy
15. The Hum Of The Universe
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