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Ce l'abbiamo messa tutta. C'è chi lo ha fatto con piacere, credendo nell'etica cristiano-cattolica dell'accoglienza, del porgere l'altra guancia, del dare senza far sapere, della misericordia, della fraternità. C'è chi lo ha fatto a denti stretti, costretto da uno Stato che dall'alto delle sue poltrone e dei suoi conti in banca scarica sugli altri responsabilità e doveri. Abbiamo dato, e continuiamo a dare. Felici di farlo perchè pensiamo sia nostro dovere ed impegno morale. Abbiamo dato pane, soldi, case, lavoro. Abbiamo dato le figlie. Abbiamo dato la cittadinanza. Abbiamo concesso diritti ma ci vergognamo di chiedere i doveri. Sia mai che ci dessero dei razzisti. In nome di una globalizzazione del pensiero abbiamo perfino accettato di rinunciare ai simboli delle nostre credenze perchè non sia mai che una preghiera, un crocefisso, una recita natalizia scolastica possano turbare le coscienze altrui. Coscienze che davanti ad una decapitazione o ad una lapidazione in pubblico non hanno nessun turbamento. Scriviamo articoli contro chiese e preti ma restiamo zitti davanti alla costruzione di edifici religiosi altrui, non scriviamo articoli per sapere da dove arrivano i fondi per quelli. Non scriviamo articoli sulle piazze occupate da gente che si inginocchia a pregare, perchè questo è il paese delle libertà. Delle libertà altrui, non più delle nostre. Ci avevano insegnato che siamo tutti esseri umani, che siamo tutti uguali, che si deve amare e rispettare chiunque. Ci state insegnando che non è affatto così. Pregate il vostro dio che ancora non abbiamo imparato la lezione.