Sono passati più di 7 mesi da quando qui la terra tremava sul serio. E in 7 mesi pian piano il ricordo tende ad affievolirsi. Poi ogni tanto riaffiora così, all’improvviso.
Oggi, in un solo giorno, ben due episodi mi hanno riportato alla mente il terremoto dello scorso Maggio. Sì, lo so, basterebbe guardare fuori dalla finestra o fare un giro per strada e di occasioni per ricordare ce ne sarebbero a centinaia. Ma oggi me ne sono stato chiuso in casa tutto il giorno (sorvolerò sul motivo del confinamento domestico, tanto già la parola “confinamento” è sufficiente a far capire a chi ha orecchi per intendere).
Nel mio isolamento casalingo, seduto a leggere dopo pranzo, il mio ginocchio ha sbattuto contro il piede del tavolo. Nulla di speciale, se non fosse accaduto lo stesso anche a mio fratello, contemporaneamente. Scossa. Scambio di sguardi. Silenzio.
Sarà stato un 2.0, 2.5 al massimo. Non era necessario uscire per così poco, fuori c’è pure la neve. Poi la mia casa per tutto il resto del giorno mi è parsa un sistema abbastanza inerziale. Saranno solo scosse di ordinaria amministrazione.
Oggi è stato anche giorno di pulizie, o meglio di rimozione di ragnatele da pareti e soffitto di camera mia. Ho esaminato e ispezionato palmo a palmo tutta la superficie interna della mia stanza: non ricordavo così tante crepe, secondo me qualcuna è nuova. Ma tanto saranno tutte tramezze, si sa che le tramezze per gli architetti sono solo “arredamento”. Se lo dicono loro mi fido, però non è molto piacevole vedere una moltitudine di crepe in camera da letto.
Non è mia intenzione riportare alla mente brutti ricordi, però forse è meglio non dimenticare. Nè qui, nè soprattutto altrove.
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