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Memoria di luce: Bela

Creato il 28 agosto 2013 da Martinaframmartino

Memoria di luce: BelaQuando avevo intitolato uno dei miei testi Memoria di luce: gli altri sembrava avessi finito con il romanzo conclusivo della Ruota del Tempo, quel Memoria di luce firmato congiuntamente – come i due libri precedenti – da Robert Jordan e Brandon Sanderson. E invece no, prova ne è che sono ancora qui a parlarne. Quella saga è stata una compagna di vita troppo importante perché io possa staccarmene. A inizio settembre FantasyMagazine pubblicherà un mio approfondimento – l’ennesimo – dedicato proprio alla Ruota del Tempo. Simona Ricci, che lo ha già letto, lo ha apprezzato molto (e io me ne sto vantando, in caso non si fosse notato). Quello è un testo senza spoiler, anche se chi conosce tutta la saga lo apprezza certo di più, qui sotto invece uno spoiler da Memoria di luce c’è. Nulla di fondamentale, non dico che XYZ muore, anche se io ho ancora il cuore spezzato da quella scena epica. Si tratta di un dettaglio molto marginale, ma se non volete sapere proprio nulla è meglio se girate alla larga e ritornate quando avete completato la lettura.

La saga di Robert Jordan è di una ricchezza incredibile. Ho già fatto paragoni fra la figura di Rand e quella di Gesù (http://librolandia.wordpress.com/2011/12/24/robert-jordan-e-la-nascita-del-salvatore/), anche se su un punto le ipotesi che ho fatto non si sono verificate, o si sono verificate in modo diverso da quel che mi sarei aspettata. Devo rimuginarci su, tanto non è che non rileggerò La Ruota del Tempo in futuro. Per il momento sono troppo impegnata con le Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin, ma suppongo che nel giro di un paio d’anni tornerò in quel mondo dove le Epoche si susseguono e i ricordi svaniscono, prima di ritornare da noi sempre nuovi. Lo so, la frase di Robert Jordan non finiva così, io ne ho riportato solo poche parole e poi sono partita per seguire i miei pensieri. Ma se i fatti delle varie Epoche svaniscono con il girare della Ruota del Tempo, se gli abitanti di Randland vivono le loro vite come se quei fatti fossero nuovi e non ripetuti dalla Ruota, anche per noi la storia è sempre nuova e sempre più ricca.

Ho parlato anche di alcuni punti di contatto fra Tenebroso, Reietti e il nazismo, anche se non ho sviscerato tutti gli aspetti di questo rapporto perché altrimenti avrei dovuto scrivere un articolo molto più lungo (http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/11701/27-gennaio-il-giorno-della-memoria/).

Magari prima o poi parlerò del legame con la mitologia nordica. L’avete visto Odino che si manifesta in Mat? E i tratti di Thor in Rand al’Thor? Ma c’è anche il Ciclo arturiano con la Spada nella roccia, elemento del quale ho già parlato brevemente in rapporto a una traduzione imprecisa. E ci sono tanti, tanti altri riferimenti. Del resto prima di iniziare a scrivere il signor James Oliver Rigney Jr., aka Robert Jordan, leggeva la bellezza di 300 libri l’anno. Ci credo che poi aveva una cultura tale che gli consentiva di parlare di tutto, e di mostrare un mondo estremamente complesso con culture tanto diverse fra loro. Il mondo è incredibile. I personaggi sono caratterizzati benissimo, e considerando quanti sono la cosa è stupefacente. La quantità di dettagli è abbagliante. Usi e costumi, abiti, architettura… mica per niente in molti lo reputano prolisso. Per me è solo dettagliato. Due sono gli aspetti su cui si sofferma ben poco. Uno è il cibo, a differenza di quel che fa Martin. Anche Paul and Storm nella loro Write Like the Wind (George R.R. Martin) gli chiedono di darci la nostra razione di pasti. Non cantano proprio così, ma le parole esatte rischierebbero di essere troppo spoilerose per chi non ha letto A Storm of Swords. Jordan è sopravvissuto mangiando le razioni che l’esercito americano passava ai soldati in Vietnam, quindi suppongo che il cibo non fosse in cima alla sua lista di interessi.

L’altro aspetto su cui non si è soffermato sono gli animali. Martin ha metalupi e draghi che instaurano rapporti particolari con i loro padroni. Animali destinati a un personaggio, magari più intelligenti della media, sono normali nella fantasy. I famigli, gli animali che accompagnano maghi e streghe, pure. Non mancano gli esseri umani capaci di trasformarsi in animali, volontariamente o no, o gli animali da compagnia. In Jordan ci sono animali insoliti come quelli dei Seanchan, raken e compagnia bella, ma sono utili ai fini della trama e sono usati come oggetti, non c’è alcun rapporto emotivo che li coinvolga. C’è lo scheletro di una giraffa nel Museo della Panarca di Tanchico, ma è solo un tocco di colore, come le pesche velenose.

Quanti animali conosciamo? C’è il cavallo regalato da Mat a Tuon, ma è importante solo perché è un elemento del corteggiamento. I corvi legati allo stesso Mat sono solo simbolici. C’è Mandarb, un vero e proprio cavallo da guerra che svolge efficacemente la sua funzione di guerriero. E c’è Bela.

Chi si aspettava che divenisse così importante? Rand sceglie di prenderla, nella sua fuga da Emond’s Field, perché gli serve un animale in più da far cavalcare ad Egwene e perché è affezionato alla cavalla. Sembrava una scena banale, non avevamo alcun modo di capire la verità quando Moiraine ha detto che lei non aveva bisogno del suo intervento. Ancora non sapevamo come scriveva Jordan, non conoscevamo la sua meticolosa attenzione per i dettagli, la sua capacità di far incastrare tutto alla perfezione.

Moiraine non ha avuto bisogno di togliere la stanchezza a Bela perché già vi aveva provveduto Rand, nella prima occasione in cui tocca l’Unico Potere. La saga è circolare, come una Ruota che gira, e se Bela è stata importante all’inizio lo è anche alla fine. Sono davvero tanti gli elementi posti al loro posto nell’Occhio del Mondo che brillano di nuova luce in Memoria di luce. Lo so, sto giocando anch’io con le ripetizioni. Comunque dopo aver visto Bela comparire a più riprese nella Ruota del Tempo la cavalla non poteva non avere un suo posto qui. Mi spiace solo che ha avuto maggiori attenzioni di Morgase, anche se c’è da dire che l’animale aveva attirato le attenzioni di molti fan d’oltreoceano.

Lo sapete che sono stati realizzati spille e adesivi con la scritta “Bela is a Darkfriend”?. Certo, che una cavalla possa essere un’Amica delle Tenebre è una battuta, ma il fatto che la battuta sia nata indica che comunque c’era gente che parlava di lei. È stata avanzata anche l’ipotesi che sia stata Bela a uccidere Asmodean. Lo sapete, vero, che è stata Graendal? Ma prima che Sanderson lo confermasse fra i “sospettati” c’era stata pure Bela. Bene, Brandon voleva salvarla. Fosse stato per lui Bela sarebbe sopravvissuta a Memoria di luce, solo che Harriet McDougal, vedova di Jordan ed editor della Ruota del Tempo, gli ha detto qualcosa tipo “non siamo ridicoli”, così lui si è piegato al velato suggerimento e ha fatto spezzatino della cavalla più coriacea dei Fiumi Gemelli. Buona cavalcata Bela, anche se eri solo un animale il tuo cammino è stato comunque importante.



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