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Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson: gli altri

Creato il 18 giugno 2013 da Martinaframmartino

a-memory-of-lightHo terminato di leggere Memoria di luce di Robert Jordan e Brandon Sanderson già da qualche mese e ancora non ho finito di scriverne. Vediamo se stavolta riesco a essere sintetica. Qualcuno crede che sia possibile?

Ovvio, qua sotto ci sono spoiler in abbondanza dall’ultimo romanzo della Ruota del Tempo perciò proseguite la lettura solo se avete già letto il romanzo.

Talmanes. Sono stata troppo contenta di vedere che si salvava. Voglio dire, ha ucciso due Myrddraal ed è stato bravissimo nel riprendere i cannoni. Aludra può anche averli battezzati draghi, ma noi sappiamo benissimo cosa siano in realtà quegli oggetti. E proprio perché li conosciamo abbiamo capito ben prima di Talmanes – che, a sua scusante, non li aveva mai adoperati prima e che aveva la mente ottenebrata da ben due ferite mortali – come potevano essere usati per uscire da Caemlyn.

Fino a qui Talmanes è stato una semplice “spalla” per Mat, questo romanzo ci dimostra che anche le spalle possono avere i loro sentimenti e la loro individualità. Davvero un lavoro ben fatto. Bellissima poi l’idea di sparare attraverso i passaggi, mi ha colta totalmente di sorpresa e mi ha fatto ridere come un bambino che apre un pacchetto e dentro trova un regalo che attendeva da tempo ma che non era sicuro di ricevere.

Aludra. Anche qui un lavoro ben fatto. Nella Grande caccia Rand distrugge involontariamente un luogo affidato alla sua supervisione. Pensavamo di potercene dimenticare, che fosse un qualcosa di transitorio, e invece Aludra è tornata per aiutare Mat nel Drago rinato. Poi l’abbiamo ripersa di nuovo, fino a quando non l’abbiamo ritrovata a Ebou Dar. Da qui è diventata più importante. Ecco come seminare piccole cose e far arrivare i frutti più avanti, la capacità di Jordan di creare un mondo complesso non cesserà mai di stupirmi.

A Memory of Light: una conclusione per La Ruota del Tempo
Androl. Lui invece è comparso molto tardi nella storia, al punto che all’inizio ne ero stata infastidita. Che bisogno c’era di aggiungere un nuovo personaggio quando già ce n’erano tanti? E invece è un’aggiunta bellissima, adoro la sua trama. Come personaggio è affascinante, le sue vicende passate avrebbero meritato a loro volta un romanzo. Bellissimo anche il suo rapporto con Pevara, una Rossa decisamente atipica. La forza nel potere non è importante, non quando ci si può legare in circoli per avere una forza maggiore. L’esperienza ancora gli manca, la saggezza no. Lui è un leader e sa come usare il cervello, e anche nel suo caso l’uso dei passaggi è meraviglioso.

Si tratta di una magia rischiosa. Nella Redenzione di Althalus di David Eddings i personaggi possono spostarsi in modi simili, ma Eddings viene travolto dalla sua stessa creazione. Se non metti limiti precisi è difficile gestire una guerra con personaggi che possono saltellare continuamente di qua e di là. Jordan ha reso la cosa in modo convincente, Eddings no.

Molto bello anche l’uso degli Stedding per catturare gli incanalatori convertiti all’Ombra. Noi sappiamo cosa sia uno Stedding fin dai tempi dell’Occhio del Mondo, e in più casi li abbiamo visti all’opera all’interno della trama. Qui ci confermano una volta di più la solidità della costruzione e, come nel caso dei passaggi per Talmanes e Androl, mi hanno fatto gioire come una bimba. E poi io sono convinta che quella cosa che è stata fatta a uomini e donne capaci di attingere alla Vera Fonte da 13 Myrddraal e 13 Amici delle Tenebre sia reversibile. Interrogato in proposito Jordan aveva risposto RAFO, Read and Find Out. Probabilmente all’epoca della domanda non era sicuro di quanto avrebbe rivelato in futuro o doveva ancora definire i dettagli della trama. Qui non viene data nessuna risposta certa. Androl crede che i suoi amici siano morti, sostituiti da cose senza vita. Però quelle cose hanno i ricordi dei suoi amici, quindi una parte di loro c’è ancora. Io credo che loro abbiano subito un trattamento simile a quello che subisce un personaggio nel Paese delle due lune di Guy Gavriel Kay. La consapevolezza di questo personaggio, la sua identità, vengono schiacciate da una magia potentissima, tanto che nessuno sospetta la verità. Però a un certo punto questa magia svanisce e noi scopriamo una cosa sorprendente che, come spesso avviene in Kay, mi ha spezzato il cuore. Perché io avevo conosciuto, anche se brevemente, l’uomo la cui mente è stata schiacciata da una montagna, lo avevo amato e lo avevo pianto per morto. Vederlo ritrovare la sua identità in quelle particolari circostanze è stata una scena straziante, una di quelle che mi ha fatto capire la grandezza dello scrittore. Allo stesso modo, io credo che i personaggi di Jordan siano schiacciati dalla magia ma non morti, e che Nynaeve li possa far tornare ciò che erano. In fondo lei ha già trovato un modo per guarire da quietatura e domatura, e per eliminare la follia legata al tocco del Tenebroso su saidin. Per lei la parola impossibile non esiste.

Logain. Nel suo caso che delusione! Viene salvato, e va bene. Durante l’Ultima Battaglia però non fa un accidente. Tutta qui la gloria delle visioni di Min? Il suo posto di leader è stato preso da Androl, e Logain è rimasto un personaggio vuoto.

Alivia. A proposito di personaggi vuoti, con lei mi sento presa in giro. Avrebbe dovuto aiutare il Drago a morire e tutto quello che fa è procurargli un cavallo e dei soldi? Ci sono altre persone che sanno e che avrebbero potuto farlo, lei avrebbe dovuto avere una conoscenza o un riflesso particolare capace di capovolgere all’improvviso una situazione disperata, mentre la sua comparsata finale è assolutamente ridicola.

A Memory of Light

Olver. Per parecchio tempo non è stato nulla più che una spalla marginale. Ha aiutato a definire il personaggio di Mat, lo ha trattenuto a Ebou Dar in modo da consentirgli di rompersi la gamba e da far nascere la trama con Tuon, ha fornito un paio di informazioni importanti tramite Noal e ha letto la lettera di Verin, ma era comunque al margine degli eventi. Qui in una situazione disperata ha fatto la cosa giusta e suonato il Corno di Valere. Gli è andata bene per la presenza dello stendardo del drago, ma è stato grandioso vedere Jain Farstrider ormai legato al Corno tornare a salvarlo. Una persona è tornata per lui, e forse ora lui interromperà la sua ricerca di vendetta. Perfetto il tempismo, che ha anche consentito a Birgitte di tornare per salvare Elayne da Mellar. Belle anche le nuvole come stendardo nel secondo utilizzo del Corno.

Bela. Alla fine è morta, ma una cavalla presa per caso e capace di sopravvivere per quasi quattordici libri è notevole. Negli Stati Uniti sono nate battute su di lei, da quelle che la definiscono il Creatore a quelle che la indicano come un’Amica delle Tenebre. Persino un cavallo è entrato nel nostro immaginario!

Tam. Giuro, lo davo per morto. È uno di quei personaggi che ero convinta non sarebbe sopravvissuto al romanzo e invece… Lo avevo amato fin dal suo primo apparire nell’Occhio del mondo. Dava un’impressione di solidità, di concretezza, unita a un buon cervello e a un aspetto di mistero legato alla spada con il marchio dell’airone e alle vicende di Rand. Peccato non poter mai leggere quel prequel su di lui che tanto tempo fa Robert Jordan aveva progettato.

Lo abbiamo abbandonato ferito, in fuga con Moiraine, abbiamo fuggevolmente saputo che si era recato alla Torre Bianca e poi è ricomparso, prima con il ritorno di Perrin nei Fiumi Gemelli e poi quando Perrin ha avuto ancora bisogno di lui. Davvero in gamba Tam, se Rand non ha commesso gli errori di Lews Therin Telamon, se non ha ceduto all’arroganza e non si è arreso, è merito suo. La fiamma e il vuoto ovviamente è una tecnica zen. Se non lo avete fatto provate a leggere Lo zen e il tiro con l’arco di Eugen Herrigel, è molto interessante.

Molto bello il sentiero di frecce infuocate aperto da Tam per consentire a Lan di uccidere Demandred, ma la cosa fondamentale è stata l’esercitazione con Rand, quella che gli ha consentito di lasciar andare via la mano che ha perso. A volte bisogna imparare ad accettare certi dolori e a ricostruirsi intorno a essi. Io mi domando quante cose ha perso James Oliver Rigney Jr. e quante volte si è riformato. Quante volte è rinato durante e dopo i periodi che ha trascorso in Vietnam. E sono molto contenta di essermi sbagliata, e che Tam sia ancora vivo.

Morgase. Chi l’ha vista? L’abbiamo conosciuta nel primo libro come una regina forte, ed è grazie soprattutto a lei se Elayne è quella che è. Prima che qualcuno si lamenti di quest’affermazione faccio presente che a me Elayne piace, anche se a volte è un po’ troppo altezzosa. Poi ci siamo allontanati, seguendo altre strade, fino a quando abbiamo visto Rhavin usare la coercizione su di lei e ne abbiamo sofferto. Alla sua presunta morte è legato un punto di svolta della trama nei Fuochi del Cielo, il confronto fra Moiraine e Lanfear che ha messo fuori gioco l’Aes Sedai per un bel pezzo. Da lì Rand ha iniziato a indurirsi, Elayne ha iniziato il cammino che l’avrebbe condotta sul trono, e con lei abbiamo vissuto tanti momenti sia fra i Manti Bianchi che fra gli Shaido. Ora Morgase è stata liquidata in poche righe. L’ultimo episodio importante che la riguarda è stata la scoperta della sua identità e il processo a Perrin, poi giusto qualche sguardo di sfuggita nella sua storia d’amore con Tallanvor e una riunione assolutamente non soddisfacente con Elayne. Capisco la difficoltà di dedicare il giusto spazio a tutti, ma una sensazione di vuoto qui c’è.

La copertina dell'ebook di Il drago rinato

La copertina dell’ebook di Il drago rinato

Berelain. Appena più presente, anche se di lei m’importava molto meno. La sua presenza non è rilevante ma fa quello che deve fare. Non mi aspettavo nulla da lei, non è una combattente né un personaggio che amo anche se in qualche punto è stata utile. È bello vedere che è davvero innamorata di Galad, che non le importa nulla dell’aspetto fisico e che capisce il suo punto di vista e agisce nel modo giusto. Quello che fa ha senso all’interno del romanzo ma non lascia in me alcuna traccia né in bene né in male.

Siuan. Ma porca puzzola, perché? Va bene, ha fatto i complimenti a Egwene, ed è stato bello anche se in retrospettiva fanno male perché Egwene muore e tutte le speranze legate alla giovane Amyrlin vanno a farsi friggere. Va bene, ha spiegato a Min che le sta bene morire combattendo perché sa di avere fatto il suo dovere. Ma…

Insomma, aveva un potere enorme e le è stato strappato di mano. Si è costruita una nuova vita con nuovi obiettivi e un nuovo modo di essere. Per Robert Jordan il suo percorso era molto importante. In fondo i libri sono pieni di personaggi che dal nulla arrivano al vertice, sono molti meno quelli che sono al vertice, precipitano e poi continuano a combattere. E con Gareth Byrne la situazione era diventata affascinante. Dopo che i due si erano salvati la vita a vicenda pensavamo che la visione di Min fosse compiuta, vederla tornare così sa un po’ di presa in giro. E se riguardiamo tutto scopriamo che è stata Egwene a ucciderla, perché è lei che allontana Siuan da Byrne. Certo, fra Siuan e Min preferisco viva Min, ma quell’episodio, con quella morte fuori scena, mi ha infastidita. Non l’abbiamo neppure vista combattere eroicamente, ha salvato Min e poi abbiamo visto il cadavere. Buuuuu! E morte fuori scena pure per Byrne, doppio buuuuu!

Robert Jordan Brandon Sanderson The Gathering Storm

Robert Jordan Brandon Sanderson The Gathering Storm

Davram Bashere. È dai Fuochi del Cielo che è uno degli aiuti più validi di Rand e muore così, fuori scena? Buuuuu! Capisco che la sua morte sia importante per la battaglia di Rand, capisco pure che ammazzare lui significa fare spazio a Faile come regina della Saldaea, ma anche in questo caso avrei preferito vedere qualcosa di più. Che Tenobia sia morta fuori scena invece va bene così, l’abbiamo vista troppo poco ed era una testa calda non adatta a fare la regina. Un paio di righe in più di commiato se le sarebbe anche meritate, ma non sto a farmi problemi per questo.

Ruarc. Un altro degli aiuti più validi di Rand. In questo caso lo abbiamo visto combattere fino a quando non è stato sopraffatto dalla coercizione. Vederlo ucciso da Aviendha è stato tanto un sollievo quanto un momento di profonda tristezza, avrebbe meritato di meglio. Ma, per quanto in gamba, contro l’Unico Potere non poteva fare nulla. Lui sarebbe stato fiero di aver combattuto fino al limite delle sue possibilità, e avrebbe ringraziato lei per averlo ucciso. Tristezza.

Sheriam. Inutile. È sempre stata all’ombra di Siuan, ma l’abbiamo comunque vista lottare. Vederla frullata così da Demandred mi ha infastidita. Se proprio doveva essere lei a subire quel trattamento e non un’anonima Aes Sedai, almeno avrebbe dovuto tornare in un’altra scena e darci un’ultima immagine di lei, e invece è svanita nel nulla.

Demandred. Ottimo. Quando non ci dimenticavamo della sua esistenza ci interrogavamo su cosa stesse combinando senza trovare una risposta. Eccola qui, con la prova che in mondo non finisce con i limiti della cartina come invece accade in troppi romanzi. Lo avevamo già visto con l’arrivo dei Seanchan da Ovest, ecco qui l’arrivo del popolo di Shara da est. Ci ha sorpreso ma ha senso, cambia tutte le carte in tavola e ci destabilizza completamente. Non per nulla il suo arrivo quasi distrugge le forze di Egwene. E il bello è che Brandon Sanderson qualche indizio lo ha pure piazzato, e che Tor si è divertita a sbandierarcelo sotto il naso nelle citazioni che ci ha inviato via mail poco prima della pubblicazione del libro. «Forse potresti raccontarmi di quella volta quando tu e tuo padre avete visitato Shara?» viene chiesto a Nalaam (pag. 143). Chi fa la domanda è Mezar, uno degli Asha’man convertiti forzatamente da Mazrim Taim. Lui c’è stato a Shara? Ha idea di quello che Demandred sta combinando? Bello il seme piantato qui, bello l’arrivo a sorpresa di Demandred, da brivido i suoi duelli con Gawyn, Galad e Lan. Demandred non ha letto Kay e si vede, altrimenti avrebbe saputo cos’avrebbe fatto Lan e lo avrebbe sconfitto, e invece… Tai’shar Malkier!

Comunque Demandred è un vigliacco, se avesse avuto meno paura di Rand avrebbe potuto vincere e invece si è ritrovato lungo disteso nella polvere.

Graendal. Già detto parlando di Aviendha, ben le sta che la coercizione le si sia ritorta contro.

Moghedien. Altra Reietta che ottiene quel che si merita. In qualche modo bisognerà sistemare le cose con i Seanchan, ma mi fa troppo ridere sapere che anche lei ora porta il collare.

Ishamael. O Moridin, o come diavolo vogliamo chiamarlo. Vuole l’annientamento, come Galadan nella Trilogia di Fionavar di Kay, e questa è la terza volta che cito lo scrittore canadese in un articolo dedicato a Jordan. Jordan amava le opere di Kay, glie l’ho sentito dire di persona nell’incontro di Milano del 2004, e dopo la morte di Jordan Kay ha tenuto un bellissimo discorso commemorativo. Si stimavano anche se scrivevano cose molto diverse. Sono io che li amo entrambi e che vedo sempre legami, anche quando le loro conclusioni sono diverse. Perché alla fine Moridin non è Galadan e hanno destini diversi pur partendo da premesse simili. Bello l’utilizzo di Callandor, non lo avevo assolutamente previsto. Un buon motivo per la presenza di Moiraine e Nynaeve sul posto, anche se non era necessario che fossero davvero loro. Bastava una qualsiasi Aes Sedai di cui Rand si fidava, anche se ammetto che questi sono personaggi che scarseggiano. Comunque non è chiaro come Rand abbia capito l’utilizzo di Callandor. Mi aspettavo che Min scoprisse qualcosa dagli appunti o dai libri di Herid Fel e invece niente. Qualche piccolo dettaglio non torna, ma sono cose marginali.

Mat sulla copertina dell'ebook di L'ascesa dell'ombra

Mat sulla copertina dell’ebook di L’ascesa dell’ombra

Alanna. L’avevo dimenticata. Ritrovarla lì semi morta e totalmente impotente mi ha sorpresa. Va bene, la presenza di Nynaeve è importante perché lei sa come curare anche con le erbe, anche se quello che fa è comunque poco in rapporto all’importanza e alla presenza scenica dell’ex Sapiente nei romanzi precedenti. Quanto ci aveva infastidito il legame forzato di Alanna in precedenza? Eppure è stato utile per ritrovare Rand ai Pozzi di Dumai nel Signore del Caos e gioca un ruolo determinante pure qui. Per quanto i romanzi di Jordan siano stati definiti prolissi, lui comunque seminava piccole cose in continuazione e i frutti a volte li abbiamo visti davvero molto tempo dopo. Lo scioglimento del legame da parte di Alanna indica una notevole prontezza di spirito, la capacità di capire al volo le situazioni, la totale devozione alla Luce ed è un gesto eroico. Egwene ha avuto bisogno di un po’ di tempo per riprendersi dalla morte di Gawyn, e tutti si sono sorpresi per la sua capacità di ripresa. Rand non aveva quel tempo, perciò è stato fondamentale che Nynaeve abbia dato ad Alanna la lucidità necessaria per capire la situazione e che lei abbia agito nell’unico modo giusto senza esitare un solo istante. Ben fatto.

Cadsuane. Ben le sta, dopo tutto il suo parlare di dovere è solo giusto che ora lei non possa sottrarsi al suo. È anziana, e questo è un limite per il ruolo che occuperà. Io spero comunque che vivrà abbastanza da dare a Bodewin, la sorella di Mat, il tempo di crescere per prendere il suo posto, mi sembra che la fanciulla abbia le doti giuste.

Loial. Avrei voluto vederlo un po’ di più ma la sua è stata una presenza importante. Ci ha sempre dato sicurezza in tutti questi libri. Peccato che non ci siano indizi sul possibile ritrovamento sul Talismano della crescita.

La Famiglia. Dopo la morte di Egwene la politica della Torre Bianca è un grosso punto interrogativo. Purtroppo non avremo mai la risposta, anche se un qualche accomodamento fra i due gruppi è necessario.

Il Popolo del Mare. Come già detto, per me è stato del tutto inutile. Tanto rumore nei libri precedenti per il nulla qui.

Ho dimenticato qualcuno? Non c’è dubbio, ma per ora mi fermo qui, Quando tornerò su questo romanzo, su questa saga, sarà per qualcosa di diverso.



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