Nell’immagne: io e la mia occhiaia galoppante con alcuni fogli con appunti, fotocopie miniaturizzate e spazzatura varia rinvenuti all’interno del mio dizionario di greco del liceo!
Miei cari,
oggi è il giorno della seconda prova della maturità ed io, da buona artereosclerotica, ho ricordato con piacere quando la feci io, tanti e tanti anni or sono.
Molti ricordano con piacere il tema d’italiano, altri magari la terza prova o quello che volete, io ricordo la mia seconda prova, una versione di greco, non perché fossi molto brava in quella materia (anzi…) ma perché fu un qualcosa di davvero esilarante e lo ricorderò per sempre come l’esame più bello e facile della mia vita. Ma andiamo con ordine.
Come sapete, al liceo classico ci sono due opzioni, versione di greco e latino. La mia classe, la III B, gioì quando seppe che ci sarebbe toccato il greco, perché la nostra prof di latino era veramente terribile, mentre il prof di greco era un piacione (ma stronzo coi voti) che da sempre aiutava la sua classe durante la maturità. Praticamente quel giorno arrivammo a scuola con le maracas ed io ricordo che ballai in corridoio, saltellando davanti la IIB e la IIID che erano sul piano con noi.
Quando feci la maturità, il tempo era molto fresco, non era un giugno afoso e appiccicoso come questo, per intenderci. Ricordo che buttava a pioggia e così decisi di indossare i miei DrMartens neri per non rischiare di inzuppare le converse. Arrivammo in classe e ci sedemmo. C’era pure Giuliano, un ragazzo che era stato bocciato l’anno prima e faceva la maturità con noi da privatista, il quale non aveva nemmeno portato il vocabolario di greco. Arrivarono le buste con la versione, il prof ce la lesse e ci diede qualche dritta. Era Platone, un pezzo un po’ complicato (pensavo fosse Aristotele, come sono rinco…).
Poi ci fu uno strano scambio. Non capii bene come, fatto sta che improvvisamente il prof s’avvicinò alla prima della classe e circa un minuto dopo lei si alzò dal banco (il primo, of course), si girò verso di noi e al grido di “RAGAZZI CAMBIATE LE PAROLE PERO’” ci dettò tutta la versione. Nell’incredulità generale, alle ore 11 avevamo già finito, tanto che dovemmo aspettare ancora mezz’ora per poter uscire. Nel bagno vedemmo quelli della IIIC disperati che ci aggredirono per sapere come avevamo fatto a finire così presto, poi mi riferirono che il loro prof di greco che lodava la IIIB come “i più bravi della scuola in greco”, quando noi eravamo delle autentiche capre.
Ci demmo alla macchia. Già non si sa come noi avevamo potuto copiare ma non potevamo rischiare d passare la versione a terzi, onde evitare sputtanamenti troppo smaccati e generali. Riparammo in piazza del Gesù, al caffè Lazzarella, da noi sempre amato e frequentato, dove sorseggiamo un caffè freddo. Ci schifò tutta la scuola, se non vado errata.
E voi? Com’è andata la vostra seconda prova?