Chi conosce il mercato dell'argento sa che questo metallo prezioso viene impiegato nel settore medico-farmaceutico e, negli ultimi anni, nel settore dell'energia solare. Tutti settori che giocano un ruolo chiave nel determinare la domanda di argento fisico in tutto il mondo.
Ma ciò che sta attirando l'attenzione di molti operatori del settore è l'uso dell'argento nei dispositivi per le memorie elettroniche.
Le Resistive Random Access Memory (ReRAM o RRAM) sono memorie che operano come minuscole batterie che immagazzinano i dati attraverso i cambiamenti della resistenza elettrica in ogni cella di cui sono composte. In altre parole, la presenza o l'assenza di carica elettrica serve a memorizzare ogni bit di informazione.
Esistono diversi tipi di ReRAM, alcune delle quali non utilizzano l'argento, ma quelle che lo impiegano promettono di offrire una serie di vantaggi rispetto alle memorie flash, quelle usate nei tablet e negli smartphone.
Le ReRAM consumano meno energia delle memorie flash, cosa che consentirebbe ad uno smartphone di funzionare per un'intera settimana senza essere ricaricato. Inoltre possono venire riscritte per milioni di volte, al contrario delle memorie flash che dopo circa 10.000 riscritture cessano di memorizzare i dati. Infine hanno una velocità di scrittura più elevata.
Secondo il Silver Institute, le memorie ReRAM sostituiranno le memorie flash, che verranno usate ancora per qualche anno ma che non potranno mantenere una sufficiente affidabilità su chip sempre più piccoli, direzione verso cui il mercato dell'elettronica sta correndo senza tregua.
Al momento ancora nessuna azienda ha memorie ReRAM commercialmente valide. Ma aziende come Toshiba, Panasonic, Micron Technology e Samsung Electronic stanno investendo molto nello sviluppo di queste memorie che dovrebbero arrivare sul mercato non prima del 2015.