MEMORIE DEL FUTURO – testi di Adam Vaccaro
I versi di Adam Vaccaro qui proposti manifestano la reazione di stupore e dolore eternamente rinnovato di fronte al ricordo della violenza e dell’assurdo, che si rinnovano mutando forma ma non sostanza. Adam Vaccaro è un poeta che ha fatto della coerenza un proprio segno distintivo: operando concretamente nel tentativo, spesso riuscito, di creare una rete di voci e testimonianze a favore della pace, della giustizia, della necessità di dare un ruolo alla poesia nell’ambito di ciò che agisce sulla vita, sulla dignità dell’esistenza umana. Tale coerenza e nitidezza fanno sì che anche il suo grido contro la guerra, anzi contro le guerre e le violenze di tutti i tempi, meriti ascolto. In questo caso più che mai qualche lettore troverà eccessivi alcuni accenti. Personalmente confermo quanto scritto precedemente: il grido del poeta è sincero, non artefatto, non di maniera. Al di là dei riferimenti specifici resta la sostanza profonda di una richiesta più che mai vitale di dialogo, di pace, di una pace giusta ed equa. Con la speranza che, accanto ai significativi gesti concreti contro la tortura, sia concesso a chi può di agire concretamente anche a favore della pace e di una vita vivibile e umana per tutti, torno a parlare di poesia, evidenziando il fitto ed efficace ordito di assonanze e consonanze presenti nei versi di Vaccaro, quasi a creare un tessuto di coesione che mima nella forma un auspicio di armonia. Torno a parlare di poesia, con la speranza e la convinzione che, nonostante tutto, non siano vani la voce ed il canto, nel dolore, nella memoria, nell’idea necessaria di una strada nuova. I.M.
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testi di ADAM VACCARO
MEMORIE DEL FUTURO
La cenere dei fumi di Auschwitz
così bianca e viola infine rossa
batte batte dentro al cuore come
blatta che non volerà rimarrà
a rodere tra questi ruderi nutrirà
il nostro sangue nero sconfinato
insaziabile non si fermerà vorrà
sfamarsi di ogni sangue e vittima
diventata cenere deporla
nelle mani di Cerere a farne
messi di una Terra non più
prona a poteri e follie di ieri e
di oggi che sappia pesare
sulla stessa bilancia ogni
grammo di carne umana
rossa poi viola infine bianca
offerta al dio di tutti
i popoli di tutte le terre
ricche povere e senza
privilegi né figli prediletti
di una Terra non più
crocifissa da confini e
tavole imbandite da eletti
assediate da cumuli di blatte
affamate impazzite –
se questo è un uomo
* * *
IL ROSSO E LA NEVE
Qui è ormai tutto bianco
come una perfetta notte
di Natale mentre una fitta
si conficca nel costato
di questa impotenza
che può solo pensare
al rosso che cola
tra i muri massacrati
di Gaza
*
Qui da noi il padrone è una stella
che ci impone la misura della terra
della farina dell’acqua della dignità
che ci invade e distrugge le case
che ci affama e fa piovere bombe
nel nome di Davide e di Israele
che chiude il cerchio glorioso
della bestemmia Gott mit uns
su noi che non abbiamo più voce
in questo dominio del mondo
sommersi dalle mille voci
che del tempio fanno mercato
su noi resi ciechi e muti dall’oro
che scorre nelle reti e nei nervi e
comanda sapiente voce o silenzio
che non rompa la pace dei servi
o silenzio del dio dei popoli
tra scoppi di brindisi e bombarde
nell’impronunciabile nome YHWH
di un dio che ormai è solo tra gli eserciti
*
e voi qui ancora al caldo della favola di lana
del lupo e dell’agnello – di una stella che brilla
di dollari e uranio minacciata da un esercito
insensato di fame e stracci – di una stella
supernova del pensiero unico dominante di
una destrasinistra che balla abbracciata alle
stesse bugie e bolla da antisemita chi
rifiuta macelleria e storia che fa della speranza
umana una tomba, che rovescia la clessidra
e fa dell’Olocausto un grande ombrello
per coprire meglio tutte le vergogne, che
compra silenzi e falsità di politici e media
O Obama Obama, tu quoque!, ci dici
anche qui yes we can, incurante di quanto
verdelatte ti ha versato la lobby di Sion?, o voi
re della parola, poeti di lumini accesi
e voi che beati nuotate nel mare di cose
appesi alle code dei saldi – bambini dietro
aquiloni d’affari d’oro – non siate troppo disturbati
da bambini sventrati o ammutoliti di terrore
sulla striscia di Gaza
Gennaio 2009 e
Gennaio 2012 (la scrittura e la memoria restano vive)