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Al termine dell'ultima pagina mi sono alzato dalla poltrona un po' squinternata e ho cominciato a battere le mani nella stanza semibuia e non riuscivo a non pensare a quel fragile personaggio femminile, Liza, che scompare, nell'ultima scena, nelle strade innevate e lascia, sul tavolo del suo abietto cliente, una banconota da cinque rubli accartocciata.
E la forza di Dostoevskij è questa: che i suoi personaggi sembrano sbucare fuori dal libro e si siedono sul tuo divano, nel tuo salotto, silenziosi e sembrano chiederti "ma tu, Lettore, che cosa pensi di noi?".
E avrei voglia di chiederlo, a Dostoevskij: che fine ha fatto Liza? E' tornata nello squallido postribolo, a lasciar sfiorire la sua infelice giovinezza, oppure ha trovato la forza di vivere un'altra vita?
Coraggio, Fëdor, fammi sapere.
C'è ancora una speranza, per Liza, o per il tormentato protagonista del " Sottosuolo", per noi tutti?