Magazine Diario personale

“Memorie di un pazzo” Gustave Flaubert

Da Silvy56
“Memorie di un pazzo” Gustave Flaubert
Sono giovane, infine, e insieme inappetente di emozioni, laddove molti nell’anzianità veleggiavano ancora di entusiasmi!.. Io, invece, soggiaccio già adesso al disincanto. Che farò? Mi appello allora alle piccole gioie, mie soltanto, fatte di rimembranze infantili che, in questo mio eremo, sopraggiungono a riscaldarmi, come raggi solari al tramonto fra le sbarre di una prigione. Ricordi fatti di niente, eventi minimi, un pomeriggio di pioggia o di sole accecante, un fiore, un vecchio mobile, che però evocano una serie di altri ricordi, che affiorano confusi, sbiaditi come ombre. Amori adolescenziali, di cui adulti ci si irride, voi ritornate di frequente, coi vostri colori scuri e sbiaditi, e poi fuggite, perché altri ricordi si sovrappongono, come ombre che scorrono alla rinfusa, nelle notti invernali, sui muri delle case. Altri ricordi sono cupi e gelidi come giornate di pioggia, memorie tristemente crudeli che irrefrenabili riaffiorano; ore di calvario, gonfie di pianto senza speranza, cui succedeva, un riso forzato, quasi a cancellare le lacrime che velano gli occhi, i singulti che offuscano la voce. Quanti giorni, quanti anni ho trascorso seduto a pensare a nulla (o a tutto?), disorientato in quell’infinito che intendevo afferrare, e che invece mi inghiottiva! Aspiravo al mare, a lunghi viaggi lontani, all’amore, alla fama, tutte cose negatemi; creature nate morte. E muoio giovane, senza sperare neppure nella tomba, senza la certezza di trovarvi riposo, senza sapere se la sua pace è inviolabile! Buttarsi in braccio al nulla e dubitare se mi accoglierà!

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