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Memorie di una Janeite 3-il pellegrinaggio

Creato il 03 ottobre 2014 da Chiaracataldi

557307_10152061130225691_1180252978_nVi dicevo qui che noi Janeites siamo capaci di arrivare a livelli di feticismo e idolatria importanti. Ma chi non lo fa nei confronti del proprio mito? Del resto, se si pensa alla parola fan (abbreviazione dell’inglese “fanatic”) è tutto più chiaro.
E quindi, dopo i libri, i film, i blog… quello che mancava era una testimonianza diretta dei luoghi austeniani, per rivivere quelle atmosfere che, 200 anni prima, avevano ispirato la mia scrittrice preferita.
Si inizia con l’opera di persuasione per convincere il marito G., allora fidanzato, che sarà un viaggio bellissimo per entrambi, che vedremo posti interessanti e che non sarà assolutamente un viaggio alla scoperta esclusiva del mio mito. Così, date le sue svariate passioni, mettiamo dentro, in ordine:
– la visita al Lake District dove vissero Wordsworth e Coleridge, ispirati dai famosi daffodils;
– un giretto a Stratford-upon-Avon dove nacque Shakespeare;
– un tour di Bristol alla scoperta dei graffiti di Banksy, ma soprattutto
– una INTERESSANTISSIMA visita all’Old Trafford di Manchester, completa di tour degli spogliatoi e osservazione ravvicinata del famosissimo pitch (il pratino verde che non si può toccare, pena il taglione).

E poi, finalmente, arriviamo a Bath, dove Jane visse dal 1801 al 1809.
Ora c’è da dire che Jane non amava particolarmente Bath, e infatti anche il periodo trascorso lì fu poco produttivo dal punto di vista della scrittura. Fondamentalmente lei era fatta per la vita tranquilla di campagna, e Bath, con le sue terme che attiravano l’alta società, i balli, i tè e gli spettacoli non la ispiravano molto (anche se di sicuro questa esperienza le è stata utile per descrivere quel tipo di società nei suoi romanzi).
Bath tuttavia è una miniera d’oro per le Janeites alla ricerca di luoghi e dettagli della vita del mito. E’ infatti possibile:
– vedere (da fuori, ma vi assicuro che anche solo questo è emozionante) le case dove ha abitato: il n. 4 di Sidney Palce e il n. 25 di Gay Street;
– visitare l’interessantissimo Jane Austen Centre, un museo dedicato alla vita e alle opere di Jane, con annesso bookshop dove fare razzia di gadget (comprese le spillette I love Mr. Darcy/Willoughby), libri e dvd;
– prendere un tè nella Pump Room, la sala da pranzo delle Terme; o, più semplicemente,
– camminare per questa bellissima cittadina con gli occhi socchiusi, fingendo di essere ai primi dell’ ‘800, indossando una cuffietta ornata di nastrini e porgendo il braccio ad un bel giovane tipo Mr. Darcy (io avevo il mio fidanzato e me lo sono fatta andar bene :) )

Bath rappresenta inoltre un’ottima base per esplorare i vicini luoghi austeniani: Chawton, il paesino nella campagna dell’Hampshire dove Jane visse gli ultimi nonchè più prolifici anni della sua vita, e Winchester, dove trascorse gli ultimi giorni di vita, e dove adesso riposa. Le due mete si possono anche visitare in un giorno, dal momento che l’autobus per Chawton parte da Winchester.
Quindi, arrivati a Winchester con il treno, attraversiamo velocissimamente tutta la cittadina (che in verità avrebbe meritato maggiore attenzione, ma il tempo era poco), diretti alla cattedrale della città, dove è sepolta Jane. Breve sosta dal fioraio e poi in chiesa, a salutare Jane con un mazzo di ranuncoli.
E dopo un po’ di contemplazione della tomba e anche un po’ di commozione, via verso la stazione degli autobus per prendere la corriera per Chawton!
Tale operazione all’apparenza semplice è stata per me notevolmente complessa, dato che dalla stazione degli autobus di Winchester, e in particolare dalla banchina accanto all’autobus per Chawton, partiva un autobus diretto a Crawley, che, per chi non lo sapesse, è il paese natale di Robert Smith, cantante dei Cure. Che mio marito G., allora fidanzato, adora. E quindi inizia la seconda opera di persuasione per convincerlo a salire sull’autobus giusto, con la promessa che la prossima vacanza che faremo in Inghilterra sarà tutta dedicata alla scoperta dei miti del rock britannico.
E finalmente, dopo un’oretta di viaggio, arriviamo. Sotto una pioggerellina very british percorriamo i 10 minuti di strada che ci separano dal cottage di Chawton. Io per la verità, più che percorrere, corro proprio.
Ed eccola lì, avvolta dalla nebbiolina, questa villetta di campagna circondata da un delizioso giardinetto, che racchiude cimeli preziosi come il piccolo scrittoio tondo, ma soprattutto l’atmosfera tranquilla e pacata che si ritrova nei romanzi di Jane. Il resto non si può spiegare: una grande emozione e il desiderio di rimanere lì ad osservare quei luoghi e respirare quell’aria il più a lungo possibile.



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