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The Witcher 3 arriva sulle console next gen, un titolo che ha segnato la storia dei videogiochi, vediamo come!
Memorie videoludiche - The Witcher #8| Scritto il
The Witcher è una saga videoludica di genere action RPG: il primo titolo uscì su PC nel 2007, il secondo sempre su pc nel 2011 e infine, The Witcher 3 Wild Hunt su PC e console nel 2015. Si tratta di un universo fantasy tratto dalla saga di romanzi opera dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, ispiratosi sia alla mitologia slava ma anche a quella celtica. Ad oggi The Witcher 3 è stato ottimizzato per le console della nuova generazione, migliorando ancora di più l'esperienza di gioco.
The Witcher 3 uscì lasciando tutti a bocca aperta (nonostante alcuni problemi iniziali poi prontamente risolti): questo videogioco ha certamente segnato la storia dei titoli open world, lasciando immergere il giocatore con scorci mozzafiato, accompagnato da un'ottima colonna sonora.
Il gioco, infatti, ottene il plauso della critica: i siti di aggregazione di recensioni GameRanking e Metacritic hanno assegnato rispettivamente una percentuale pari al 93.32% di apprezzamento, alla versione di Microsoft Windows, basato su 17 recensioni e 93/100 sulla base di 32 recensioni. Il gioco, infine, vinse il Game of the Year nel 2015, portando CD Projekt Red a vincere il premio come sviluppatore dell'anno.
Il gioco inizia con Geralt, accompagnato dall'anziano maestro witcher Vesemir, alla ricerca della sua vecchia amante Yennefer. Una volta trovata, la maga porta Geralt dall'imperatore di Nilfgaard, Emhyr var Emreis, che incarica i due di trovare sua figlia Ciri, che ha scoperto essere tornata nel loro mondo ed essere braccata dalla Caccia Selvaggia.
Inizia così il viaggio di Geralt nelle terre più disparate da Novigrad alle selvagge Isole Skellige, intrecciando quella che è una trama dallo sfondo storico e politico, ma anche romantico. Geralt dovrà destreggiarsi tra diplomatici, nemici agguerriti, politici avidi e antichi amori, uno scenario perfetto per chi ama il genere del fantasy medievale.
Il selvaggio mondo di The Witcher: un open world che segna la storia del genere
Tralasciando statistiche e numeri, per cosa è e sarà ricordato The Witcher 3? Sicuramente per aver dato uno scossone alla concezione del genere open world. Nei primi decenni degli anni duemila il mondo videoludico ha visto uno sviluppo strabiliante, soprattutto con la saga di Assassin's Creed e le esplorazioni dei paesaggi del rinascimento italiano. Ma quel "passo in più" verrà fatto proprio con The Witcher 3 e, successivamente, con Red Dead Redemption 2. Due titoli che, insieme, hanno segnato un "gradino" del genere open world come lo conosciamo noi oggi.
Non abbiamo più delle grandi aree esplorabili come nella Firenze di Assassin's Creed 2, ma un intero mondo a nostra disposizione; il primo impatto vedendo la mappa di The Witcher 3 provoca una sensazione di smarrimento. Certo è che quantità non vuol dire qualità, negli open world troviamo spesso missioni secondarie "inutili" (o altresì chiamate fetch quest), ovviamente anche in questo titolo ce ne sono, ma non in una quantità tale da rendere l'esplorazione noiosa o limitata.
Anzi esplorando il mondo di The Witcher 3 è possibile imbattersi in missioni secondarie (anche divertenti talvolta), potendo vedere il protagonista Geralt nelle più svariate situazioni (comiche, drammatiche e perché no, anche satiriche). Il combact system non è proprio la "punta di diamante" del titolo, in quanto per gran parte dei giocatori è risultato un po' legnoso, soprattutto agli inizi.
Il punto è che The Witcher 3 è riuscito a fare una cosa che non molti riescono a fare: i difetti del titolo riescono a passare nettamente in secondo piano di fronte ad un open world e una trama entusiasmanti. La legnosità del menù o del combattimento non tolgono nulla all'esperienza "totale" del gioco in sé che, volenti o nolenti, rimarrà impressa.
Molti elementi del titolo sono diventati ormai un cult, come per esempio le "indagini" condotte da Geralt che riflette ad alta voce mentre segue le impronte sul terreno e gli indizi con la sua seconda vista, un aspetto che è stato ripreso anche da titoli sviluppati successivamente.
The Witcher: un fenomeno letterario, videoludico e cinematografico
Andando più a fondo, è possibile osservare come The Witcher sia uno di quei rari casi di opera che riesce a "invadere" i più svariati campi del mondo dell'intrattenimento. Prima del successo dei videogiochi la saga letteraria non era poi così conosciuta in Europa, ma soprattutto con il terzo titolo la saga è diventata un vero fenomeno letterario e videoludico.
Andrzej Sapkowski non è mai stato molto entusiasta del fatto che la sua storia sia stata conosciuta di più attraverso il videogioco anziché il romanzo, infatti lo stesso autore e CD Projekt Red hanno avuto non pochi problemi durante gli anni, riappacificandosi solamente negli ultimi tempi. Ad oggi, non sappiamo però se l'autore avrà un qualche ruolo nello sviluppo dei nuovi titoli previsti per il franchise.
Nel 2019 arriva anche la serie Netflix, la prima stagione ottenne un buon successo e per la casa di sviluppo polacca fu un periodo estremamente fortunato, in quanto sicuramente molti nuovi utenti si sono avvicinati ai videogiochi tramite la serie televisiva. Insomma, The Witcher è passata da essere una saga di romanzi conosciuta perlopiù in territorio polacco, ad essere un vero fenomeno del mondo dell'intrattenimento.
Un caso del genere non è così comune, spesso dai videogiochi sono stati tratti libri (Assassin's Creed ne è un esempio), ma che una saga di romanzi si trasformi in un videogioco di fama mondiale, vincitore del GOTY e ispiratore di una serie televisiva, questo sì che è stato un caso davvero unico.
Insomma, per concludere, se non avete ancora giocato a The Witcher 3 questo è il momento giusto per farlo, con l'ottimizzazione per le nuove console potrete vivere un vero e proprio viaggio, un'esperienza videoludica che vi rimarrà impressa.
Attraverso le storie di The Witcher 3 scoprirete lo stratificato mondo ideato da Andrzej Sapkowski, un uomo che è stato capace di fare satira in modo impeccabile, prendendosi gioco delle stesse leggende a cui si è ispirato: non sempre i mostri sono i cattivi della storia ma, spesso, sono proprio gli esseri umani ad essere le creature più spregevoli e pericolose. Questo è uno dei più grandi insegnamenti che imparerete vivendo nel mondo di Geralt.