Recensione
- Satanath Records / Murdher Records
- Anno: 2015
Primo album per questo duo ateniese dal monicker non proprio agevole da pronunciare, dedito ad una forma di black metal piuttosto interessante.
Trattandosi di una band greca non sorprende il fatto che i Meneapneontes prendano in più di un caso i Rotting Christ quale punto di riferimento, perlomeno nell’idea di proporre un black di chiara impronta mediterranea, accentuato dall’uso pressoché costante della lingua madre.
La somiglianza con la storica band di Sakis appare in maniera evidente, però, solo a sprazzi, visto che il sound proposto da Vassilis e Takis si arricchisce di sfumature heavy metal e folk che vanno ad integrarsi piacevolmente con temi che attingono alla ricchissima e millenaria storia ellenica.
Promachos scorre via piuttosto liscio, proprio perché i brani sono forniti nel loro insieme di una pregevole impronta melodica, anche se non posso fare a meno di apprezzare i Meneapneontes proprio quando il loro sound si avvicina di più ai Rotting Christ, in barba a qualsiasi ossessiva ricerca di originalità (Omnymi, Eleley, Raise The Aspis); d’altra parte gli elementi folk tendono, con il loro manifestarsi, a far scemare leggermente la tensione di un lavoro che si mantiene sostanzialmente su un buon livello medio, senza toccare picchi leggendari ma neppure mostrando un volto particolarmente tedioso, il tutto grazie a una certa essenzialità a livello esecutivo e compositivo.
La sensazione è che i due ragazzi greci possano fare ancora meglio, magari focalizzandosi maggiormente sui lati più efficaci del loro sound; per ora, comunque, la promozione è piena anche se non ancora con lode.
Tracklist:
1. Promachos
2. Molon Lave
3. Sons of the Greeks
4. Talos
5. Eleley
6. Alexandros
7. My Earth My Water
8. Typhoeus
9. Omnymi
10. Raise the Aspis
11. Roupel
Line-up:
Vassilis – Bass, Vocals
Takis – Guitars