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Prendendo spunto da una frase di un commento dell’Ass. Ignazio Napoli all’articolo di inFORMA MENFIs “Vento, energia ed arte” colgo l’occasione per sciogliere una riflessione sulla capacità di prendere delle decisioni e sulla volontà di fare il bene per la collettività. La frase in questione, dell’Ass. Ignazio Napoli, è questa: “Mi sembra che ultimamente si osservino fenomeni "luddistici" che impediscano ragionamenti obiettivi”. Per aiutarvi a seguire il mio semplice pensiero, dobbiamo prima capire che cos’è il “luddismo”.
“Il luddismo fu una delle prime forme di contestazione delle trasformazioni del lavoro causate dalla rivoluzione industriale. Tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, gruppi di artigiani impegnati nel settore tessile, messi in crisi dalla diffusione dei telai meccanici, reagirono organizzandosi nelle bande dell’«esercito del generale Ludd», dal nome di un leggendario operaio, Ned Ludd, giustiziato nel 1779 per aver distrutto il telaio su cui lavorava. I luddisti iniziarono perciò a distruggere le macchine introdotte dagli imprenditori in sostituzione dei lavoratori a domicilio del settore tessile. La distruzione delle macchine fu quindi la principale forma di lotta adottata dagli operai in quel periodo. I luddisti sono stati considerati a lungo i promotori di una rivolta sociale caotica e disorganizzata che aveva come fulcro l’opposizione all'introduzione delle macchine a vapore nell'industria, considerate causa di minore occupazione.”
Quindi più semplicemente si può dire che il comportamento luddistico è l’atteggiamento di chi si oppone all'automatizzazione industriale. Per dare una chiave di lettura contemporanea e quindi dare un significato legato al nostro territorio e ai nostri tempi il luddismo è il movimento che trova tra le sue fila coloro che dicono no a qualsiasi innovazione non essendo obiettivi e lungimiranti. Dopo questa spiegazione basica vi porto a riflettere. Se i luddisti della fine del 1700 avevano come motivo precursore la disoccupazione per combattere l’avvento della macchina, i luddisti menfitani del 2000 quale causa seguono per dire no alla tecnologia? I luddisti del 1700 erano operai e forse non si immaginavano che l’avvento della macchina a vapore e dell’industria poteva dar vita ad un’evoluzione economica epocale che anche con la nascita di nuove e grandi problematiche (vedi l’abbandono dell’agricoltura e della vita in campagna) avrebbe portato a maggiori passa avanti nei vari settori come per esempio nello stesso campo lavorativo per gli operai con la nascita del sindacato (1824, Gran Bretagna, Trade Unions), ma i luddisti del 2000 sono politici, sono affermati professionisti che dovrebbero alzare gli occhi oltre il loro naso e magari anche oltre al dito dietro cui si nascondono. Oggi la nuova svolta epocale che può portare ad una nuova evoluzione economica (come fu l’avvento della macchina a vapore nel 1700) è data dall’energia. No, non sto parlando di petrolio, io sto parlando dell’energia verde e quindi della GREEN ECONOMY. Il nuovo prodotto che il mercato mondiale vuole è l’energia da fonti rinnovabili, produrre energia con vento, sole e fuoco! Questa non è lungimiranza ma guardare e leggere il periodo storico in cui stiamo vivendo, senza essere anacronistici. Riportando il discorso alla nostra piccola realtà e specificando che qui l’energia verde prodotta in piccole dimensioni senza deturpare l’ambiente e senza costruire piramidi nel deserto si potrebbe avere, ripeto la domanda di prima: perché i luddisti del 2000 dicono no al presente e al futuro? Di certo non per la disoccupazione (già a Menfi la disoccupazione è realtà), di certo non per i motivi ambientali (chi ha un’idea verde di piccole dimensioni se imbrigliata da una programmazione e regolamentazione a difesa dell’ambiente avrà difficoltà nel deturpare), di certo non perché ha delle nuove proposte (dico no perché la mia idea è forse migliore). Forse il NO è dettato dalla volontà politica e questo ci porta alla mia riflessione iniziale sulla capacità di prendere delle decisioni e sulla volontà di fare il bene per la collettività. Menfitani siete sicuri che chi dice NO lo dice per la collettività, menfitani siete convinti che chi prende le decisioni abbia capacità obiettiva? Con questo non voglio dire che si debba essere sempre a favore e dire SI, ma dico che bisogna essere obiettivi, bisogna confrontarsi, bisogna capire il vero bene per la collettività. Esempio lampante è il mini eolico a Menfi, certi hanno detto NO e basta ma questo non basta. Pensate che qualche mini impianto eolico possa sfregiare così tanto il nostro territorio? Ritorno sul tema eolico perché non mi capacito come ancora non ci siamo smossi in questo senso. In un periodo di tagli,di crisi, di patto di stabilità non sforato per poco, vi chiedo perché l’energia (che nel mondo è la nuova fonte di ricchezza) da noi non può essere una nuova pala al volano dell’economia menfitana. Qui non si parla di trasformare Menfi in un’industria a cielo aperto o dare il via a trivellazioni per il petrolio davanti le nostre coste, ma solamente di sfruttare con intelligenza ciò che ci ha donato madre natura.
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