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Meniamo le mani 2: Last Action Hero (di John McTiernan, 1993)
Creato il 29 settembre 2014 da Frank_romantico @Combinazione_CPer la serie "Meniamo le Mani" ecco il secondo appuntamento dei blogger che contano (?) sull'argomento mazzate e botte da orbi. Quei film che a me piacciono tanto - e non solo a me a quanto pare - parte di un genere che sembrava morto e sepolto... finché i soliti noti (Stallone, Schwarzenegger) non sono tornati in pista riproponendo un tipo di cinema che, col finire degli anni '90, tutti avevano dato per defunto. La domanda che trovo essenziale porsi, però, è questa: che tipo di cinema era davvero quello lì? Interrogativo essenziale per iniziare una riflessione seria su prodotti "di genere" che acchiappavano tanto, vendevano molto ma venivano considerati alla stregua di vera e propria spazzatura (chi più, chi meno). Perché, alla fine, di serio in quei prodotti c'era veramente poco ma, a quanto pare, i maggiori rappresentanti del genere venivano continuamente accusati di prendersi troppo sul serio. Un controsenso apparente ma, appunto, solo apparente, perché fatte le dovute eccezioni in quei film dove volavano botte da orbi si riuscivano ad infilate (a volte) tematiche importanti, altre ironia a go go. E le dovute eccezioni consistevano appunto in prodotti spettacolari da un punto di vista coreografico (i vari film dei vari Van Damme e Seagal) o messi sul mercato con il puro scopo di fare soldi (i sequel di Rambo, ad esempio) e sfruttare i vari miti di celluloide opportunamente creati.
Tra i vari attori che hanno sempre scelto (in un certo qual modo) di puntare sull'ironia, secondo me, c'è il buon Arnold Schwarzenegger. Perché lo zio Schwarzy, probabilmente conscio dei propri limiti, non si è mai voluto ammantare di un aurea seriosa che a conti fatti potrebbe avere solo in una realtà alternativa e ha sempre accettato di mettersi in gioco. Qualche esempio? Commando, in cui alla violenza e al suo fisico statuario accompagna battute in grado di fare sganasciare, Gemelli, in compagnia di Danny DeVito, Junior, una commedia fantascientifica, fino ad arrivare a Last Action Hero - L'ultimo grande eroe, in cui non solo prende in giro se stesso e i ruoli che lo hanno reso famoso, ma persino il genere e, perché no, il sistema hollywoodiano stesso. Ed è di questa pellicola del 1993 che vi voglio parlare oggi.
Un film di John McTiernan, e già questo nome dovrebbe essere una garanzia. Un film con, come coprotagonista, un bambino. Un film in cui Schwarzenegger gioca a interpretare un personaggio tipico del genere e persino se stesso. Col rischio di coprirsi di ridicolo. Col rischio di non poter più essere preso in considerazione per altri ruoli "seri". Eppure Last Action Hero colpisce nel segno alternando le tematiche dei film per ragazzi, con i dovuti ingredienti (ragazzino adolescente, magia, superare le difficoltà della vita, diventare "adulti"), al classico film d'azione con il poliziotto buono ma arcigno e botte che piovono giù come neve d'inverno. In più, tanto per non farsi mancare nulla, una riflessione per nulla banale sul mondo del cinema e sui miti che questo crea. Miti di celluloide che diventano reali attraverso una magia artificiale, magia che il cinema stesso incarna. E allora il personaggio di una pellicola violenta e improbabile diventa l'unica ancora di salvezza per un giovane che non ha altro a cui aggrapparsi. Allo stesso tempo Last Action Hero è l'occasione per esorcizzare i "falsi miti", per dare una coscienza ad un tipo di cinema che corre il rischio di diventare persino diseducativo e, in un certo senso, pericoloso. In altre parole la coscienza di se stessi.
Per questo, quel che viene mostrato nel lungometraggio di McTiernan è un sovvertimento dei topoi a cui siamo stati abituati arrivando al grottesco, al comedy, al sarcastico e all'iperbole. Roba non da poco. Roba che, invece di spazzar via un genere intero, te lo fa rivalutare. Quasi un andare a sbirciare dietro le quinte di un mondo distante. L'uso del fantastico, in questo caso, ci viene in contro proprio per evitare di prendersi troppo sul serio, lasciando fuori lo spettatore che in queste cose vuole starci dentro ma non troppo. Proprio per tutti questi motivi la componente violenta, in Last Action Hero, è esagerata e le botte sono tante, belle e buone. Senza far male veramente a nessuno. Bravissimi tutti gli attori, bellissimi i continui riferimenti, le citazioni, le chicche. E così Last Action Hero diventa il viaggio in una realtà parallela in cui tutti noi (quelli che amano il genere) abbiamo sempre desiderato proiettarci. E lo facciamo, ogni volta che guardiamo questi film. Almeno per qualche ora della nostra vita.
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