Sono bastate poche parole dette al direttore della Stampa Mario Calabresi (“Magari torno a fare il presidente del Milan”), che già i tifosi rossoneri hanno preso a sfregarsi le mani. Dopo il varo della legge sul conflitto d’interessi, Silvio Berlusconi era stato costretto nel 2004 a lasciare la presidenza del Milan, pur continuando a foraggiare il club, per dedicarsi solo ed esclusivamente alla guida del Paese.
‘Fatta la legge, trovato l’inganno’, verrebbe da dire visti i risultati. Ci abbiamo rimesso un po’ tutti, da questa scelta. Ci abbiamo rimesso noi da cittadini e quellli del Milan da tifosi. Un po’ meno quelli dell’Inter, che con la Juve alle prese con le macerie di Calciopoli e i rossoneri senza Berlusconi hanno raccolto più che negli anni passati. Ora che Silvio si sta disimpegnando da Palazzo Chigi, noi nerazzurri si torna a sorridere meno. Già vedo i milanisti pronti a festeggiare i successi in Europa, alla faccia dell’interista sognatore.
I numeri parlano chiaro. Da quando Berlusconi è presidente, il Milan ha fatto incetta di trofei, diventando la squadra più titolata al mondo. Impressionate il ruolino fuori dall’Italia: 5 Coppe dei Campioni (da inizio anni Novanta Champions League) rappresentano un dominio europeo che rende i rossoneri secondi solo al Real Madrid, che di ‘coppe dalle grandi orecchie’ ne ha ben 9, contro le 7 totali del Milan. E le sole 3 dell’Inter. E per rafforzare il concetto, ricordiamo che quando Romano Prodi era al governo, Berlusconi tornò a fare il presidente del Milan nel biennio 2006-2008: nel 2007, ad Atene, Paolo Maldini alzava al cielo la Champions, l’ultima vinta dai rossoneri prima che Silvio tornasse a Palazzo Chigi (‘Fatta la legge’ etc).
E poco importa, ai tifosi del Diavolo (nel senso del Milan), se Berlusconi è entrato nel pallone italiano come un pugno nelllo stomaco, atterrando nel lontano 1986 a Milanello con un elicottero nel bel mezzo di un campo di calcio. Questo importa ai suoi detrattori, che lo accusano da sempre di aver fatto con il Milan quello che ha fatto con l’Italia attraverso Mediaset: di aver provocato una sorta di deriva kitsch del costume nazional-popolare. Per i milanisti, la cosa importante è tornare a fare bella figura in Europa. Ma in fondo, questo importa un po’ a tutti gli italiani.