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Meno Panel più Workshop

Creato il 25 settembre 2014 da Pedroelrey

Non passa giorno senza che non vi sia l’ennesimo con­ve­gno, la mil­le­sima mani­fe­sta­zione dedi­cata a discorsi tanto gene­rici quanto inu­tili sul futuro dell’editoria. Soloni i quali in un tempo nor­mal­mente ina­de­guato discu­tono di tutto e di nulla senza giun­gere a delle con­clu­sioni degne di nota, a volte a solo uso e con­sumo degli spon­sor dell’evento in questione.

Per que­sto, si vuole lan­ciare un appello: meno panel più work­shop, con­sa­pe­voli che le per­sone hanno — quando di buona volontà — voglia e biso­gno di stru­menti e sti­moli concreti.

È quello che abbiamo pro­vato a fare, anche, a Prato durante Digit 2014 con tre inter­venti, da parte di altret­tanti com­po­nenti del gruppo di lavoro che [against all odds] anima que­sti spazi con i con­tri­buti fat­tuali di Ales­sio Cima­relli, Lelio Simi e Pier Luca San­toro [aka il sottoscritto].

Di seguito le slide su Sen­sor Jour­na­lism, ovvero quando la tec­no­lo­gia ita­liana si tra­sforma in gior­na­li­smo di pre­ci­sione, Dalle Native Adver­ti­sing alla Mem­ber­ship: Stra­te­gie edi­to­riali per supe­rare la crisi della pub­bli­cità clas­sica e vivere felici [o almeno pro­varci] e dell’introduzione al rap­porto sul gior­na­li­smo digi­tale nel nostro Paese.

Pren­de­telo, anche, come un con­si­glio per i pros­simi eventi, se possiamo.

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