La menopausa è quell’evento fisiologico che nella donna corrisponde al termine del ciclo mestruale e dell’età fertile: nella menopausa, infatti, termina l’attività ovarica, dunque le ovaie non producono più follicoli ed estrogeni, nonchè i principali ormoni femminili.
Tale stato provoca una serie di mutamenti nella donna che riguardano gli aspetti trofici, metabolici, sessuali e psicologici, con una serie di manifestazioni che variano a seconda della persona e possono essere più o meno marcati.
Tra questi ci sono per esempio vampate di calore, sudorazione, secchezza vaginale, disturbi del sonno, depressione, disturbi di tipo psicologico, ansia, irritabilità, nervosismo e disforia. Oltretutto, con la menopausa, viene meno quella naturale protezione che gli estrogeni esercitano sull’organismo.
Normalmente l’età in cui si riscontra la menopausa è fra i 50 e i 52 anni, ma esistono dei fattori di rischio che possono interferire diminuendo l’età anagrafica di tale evento. Tra questi ci sono il fumo, una scorretta alimentazione, un indice di massa corporea inferiore rispetto a quello ideale, abuso di alcol e bassa statura.
Una recente ricerca condotta dai ricercatori dell’Università canadese McMaster, e pubblicata sulla rivista “Plos Computational Biology“, sconvolge però quelle che erano le teorie legate alla menopausa: secondo gli esperti, infatti, a causare la menopausa nelle donne sarebbero stati gli uomini.
Mentre le teorie convenzionali sostengono che la menopausa impedisca alle donne di avere figli dopo una certa età, infatti, il nuovo modello evolutivo sviluppato dai ricercatori prevede invece che la stessa mancanza di riproduzione ne sia la causa.
Nel corso dell’evoluzione, infatti, gli uomini, per l’accoppiamento, hanno mostrato una netta preferenza per le donne più giovani rispetto a quelle più “anziane”. La mancanza di riproduzione nelle donne mature, dunque, avrebbe gradualmente portato, nel tempo, alla menopausa.