Non è solo una questione fisiologica. Oggi i sintomi più o meno invalidanti di una menopausa naturale o indotta da farmaci e intervento chirurgico sono sempre più forti e sempre più presenti nella popolazione femminile italiana.
I dati infatti sono chiari. Oltre alla condizione naturale di menopausa le donne in Italia oggi devono fare sempre di più i conti con una situazione particolare di sospensione del ciclo mensile quale conseguenza di patologie più complesse e di difficile trattamento.
L’elevata incidenza dei tumori femminili infatti (in particolare del tumore il seno che occupa 1/3 dei tumori femminili), così come l’elevata anticipazione diagnostica che abbassa enormemente l’età in cui la paziente entra in cura (anche meno di 30 anni) fanno si che nel nostro Paese 1 donna su 9 oggi sia affetta o sia stata affetta da tumore al seno.
Numeri esorbitanti, come ha riportato ieri sera alle telecamere del Life Style Seminar-
E’ in questo contesto che, ha affermato il chirurgo, “si inserisce la terapia ormonale sostitutiva con tutte le controindicazioni del caso”.
“Non importa infatti che si stia parlando di menopausa fisiologica o menopausa indotta: in entrambi i casi la TOS, ovvero quei preparati formulati per alleviare i sintomi tipici di questa condizione non devono essere utilizzati. E la causa è tutta da ricercare nelle importanti controindicazioni associate”.
Cancro, trombosi, ischemie e problemi cardiaci sono infatti “le prime e più importanti controindicazioni accertate dell’utilizzo di una terapia ormonale sostitutiva”.
“E’ evidente dunque che il loro utilizzo è da sconsigliare- ha concluso Magno-. Soprattutto se si tiene presente l’esistenza di terapie complementari molto semplici e prive di effetti collaterali che stanno dimostrando una analoga efficacia nel controllo di sintomi importanti quali insonnia, ansia, depressione, vampate, stati di paura e palpitazioni”.
E’ del 1991 lo studio avviato dal NIH sulla terapia ormonale sostitutiva. Circa 160.000 donne tra i 50 e i 79 anni sono state arruolate in una analisi che avrebbe dovuto durare 15 anni ma che invece si è dovuta interrompere nel 2002 a causa del grave aumento correlato di rischio cardiovascolare ed ictus.
“Ricordiamo sempre- ha concluso Magno- che un approccio integrato incentrato sul paziente e non solo sulla malattia è capace di risolvere o alleviare i disturbi, consentendo un recupero psicofisico della paziente dopo le cure tradizionali e potenziando l’efficacia delle stesse”.
Per visionare i 4 moduli di approfondimento registrarti dal dott. Stefano Magno all’interno del portale del Life Style Seminar e porre così domande al relatore, clicca qui.