Fantastico! Oggi ho scoperto Mens Sana, il blog di una docente di lettere delle scuole medie. Ne parlerò ancora, sicuramente. Intanto vi riporto una parte di un suo articolo sull’unschooling:
L’unschooling estremizza l’homeschooling, portando avanti un modo libero, esperienziale, pratico di imparare. In questa visione si impara sempre. Ogni spunto è utile e il genitore è sempre in servizio, non tanto per fare lezioni, ma per accompagnare il figlio nelle sue scoperte.
Cosa ne possiamo trarre noi?
La tesi di fondo è che occorre liberarsi dalle false regole dell’apprendimento scolastico, accettate da tutti come indiscutibili e insostituibili. Ma proviamo a pensare. Il mondo non è diviso in classi, la realtà è solo per comodità classificata in materie :” math is science is art is history is literature is FUN!” – dice Sandra Dodd. Nessuno ti può costringere a imparare niente se tu non vuoi: allora perché non eliminare la costrizione e ridare a chi deve imparare la libertà di scelta? Come? Partendo dalle proprie passioni. Ti piacciono i cavalli? Comincia da qui. Come noi adulti abbiamo imparato le cose di cui siamo appassionati? Chiediamoci questo e traiamone le conseguenze. Se ho una passione è facile e divertente per me reperire tutto ciò che mi serve per coltivarla: libri, illustrazioni, modellini, filmati, links… e mettermi a lavoro. Perché questo non può diventare l’abituale modo di imparare? Da ciò che ci appassiona si giunge a tutto: il cavallo nella preistoria, il cavallo nella geografia, nella biologia, nella zoologia, nell’economia… Trovare e intessere connessioni è il secondo assioma del percorso di de-schooling e un-schooling. Non solo è permesso, ma è auspicabile che un bambino impari perseguendo le sue passioni. Il bambino impara perchè imparare è il modo che la specie umana ha di crescere e sopravvivere. Imparare accade in ogni luogo e in ogni momento, non solo in classe!
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