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Mente ad orologeria

Creato il 22 luglio 2011 da Abattoir

Mente ad orologeria: scatta il tempo e boom! esplode qualcosa. Il tempo di una riflessione e la detonazione di un pensiero cambia tutto.
Un resoconto degli anni passati, del proprio presente e poi scoprire che è ora di cambiare. Lasciare, mollare gli ormeggi, mutare la direzione.
Forse riuscire a capire il tempo e prendere il ritmo è difficile, ma necessario. Donne ed uomini incastrati in relazioni infinite e colme di frustrazioni, odi, rimpianti. Intere vite vissute in completa apnea.
Mondi sottomarini lontani, troppo lontani da quelli veri, resi mitici dalla paura stessa di risalire a galla. Rimanere in fondo al mare, pensare delle belle storie da raccontare, da lì, senza riuscire a scegliere di compensare bene e salire a sentire il sole sulla pelle e non avvertirne un riflesso filtrato da quell’accogliente acqua salmastra.

Droghe sintetiche che trasformano mondi di merda in profumate strade colorate su cui è più doloroso piangere il giorno dopo non ritrovandole più al risveglio, sentire la mancanza di quel mondo artificiale, un falso cambiamento che sembra capace di farti andare avanti. Compromessi con se stessi troppo dolorosi, poco colorati, sensi annullati tra la vita di tutti i giorni, appaiono nuovi, vivi. Ma assolutamente fino alla fine dell’effetto, poi ritorna tutto come prima forse peggio di prima.
Uomini e donne incastrati nella ricerca di soldi e sicurezza, incastrati dai loro sguardi d’interesse, dalle loro stesse mani che sanno solo cercare dentro tasche colme, da braccia che stringono solo per non dover fare i conti con la propria solitudine.
Costruirsi momenti di irrealtà per stare bene in un giorno che non è.
Ma il tic toc è già partito e la ferita arriva, il sangue scorre, la realtà brucia più che mai, non è detto che si debba cambiare, ma in quel momento mentre il sale brucia la pelle aperta, è difficile fare finta di nulla, scegliere cosa si diventerà, sapendo che tutto finirà, che tutto andrà.
“Mutar le piume” è difficile, molto spesso ci illude, ma è vitale, provare almeno per una volta. Fare un respiro, profondo.
Ferirsi, una puntura ed una goccia piccola di sangue, ed eccolo il dolore assopito, ed improvvisamente si ricorda tutto, a sensi spianati se ne avverte la necessità.
Esseri umani tra tanti, possibilità tra tante, cristalli con nomi, battiti dietro passi infiniti, tutti i giorni, per millenni, “Just breathe”.


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