9° Festival International des Jardins Chaumont sur Loire.
Progetto: Land-i Archicolture.
L’assenza di un tema per il “Festival dei giardini del 2000” e’ diventata occasione per esprimere una visione del nuovo millennio.
La nostra idea di “futuro” si esprime attraverso quattro elementi:
- Il vuoto Il progetto si sviluppa attorno ad un vuoto centrale (un bacino d’acqua – una “marea nera”) che rappresenta il futuro sconosciuto: il nuovo millennio.
- La zattera In questo vuoto l’uomo, su una zattera circolare, fluttua in un presente incerto.
- Il fumo La zattera è circondata da una materia grigiastra, densa, che vuole restituire l’idea della complessita’ del mondo contemporaneo, materializzando le sue molteplici ombre.
- La natura Alla base del fumo,quasi a sollevarlo dall’acqua, si sviluppa la natura (la menta acquatica) che diffonde il suo profumo carico di ottimismo; una microscopica vegetazione acquatica riconquista il bacino “inquinato”.
Il giardino rappresenta il primo passo di una ricerca formale che ha come oggetto la rappresentazione delle multiple e complesse relazioni tra l’uomo ed i nuovi spazi, geografici ed intellettuali, in cui egli agisce. Esso esplicita un rapporto uomo-natura sempre più complesso e fragile.
Luogo concettuale e fisico, in equilibrio precario tra natura ed artificio, assume molteplici significati; in un contesto dominato dalla cultura della comunicazione, diventa un’idea, un gesto, la manifestazione spettacolare di un’immagine. Alle soglie del nuovo millennio, il nostro giardino-istallazione è effimero, temporaneo, le forme che lo compongono sono simboliche, suscitano sensazioni diverse e disparate. Il contrasto vuoto-pieno, permeabile-denso, rimanda alla dualità yin-yang, due forze opposte le quali, nascendo una dall’altra, nella continua ricerca di equilibrio innescano il processo creativo.
L’elemento natura riconquista la struttura inanimata, inserisce quindi nella composizione il fattore evolutivo e dinamico, tramuta l’oggetto in scultura vivente. Il nostro giardino evoca un mondo inquieto, avvolto da nebbie ed incertezze, ma la natura, forse, può riscattarlo.
Testo e foto: www.archicolture.com