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Mentre rohani twitta, la repressione in iran si intensifica

Creato il 07 novembre 2013 da Nopasdaran @No_Pasdaran
Una dichiarazione di Rohani, subito twittata, durante il discorso alle Nazioni Unite

Una dichiarazione di Rohani, subito twittata, durante il discorso alle Nazioni Unite

Mentre il Ministro degli Esteri iraniano Zarif si trova in Europa per un tour volto a dare un’immagine positiva del regime iraniano, nella Repubblica Islamica la macchina della morte continua a lavorare a pieno ritmo. Solamente all’inizio di questa settimana, purtroppo, ben 15 persone sono state messe a morte dai boia iraniani in soli due giorni. 

Secondo quanto diffuso dalla stessa stampa iraniana, due prigionieri sono stati impiccati nel carcere di Semnan, cinque nel carcere di Kermanshah, sei nel carcere di Kerman e Bam e un prigioniero nel carcere di Birjand. A questi quattordici morti, va aggiunto il prigioniero politico curdo Shirko Moarefi, ucciso senza nemmeno avvisare preventivamente i suoi avvocati. Un bilancio di morte tremendo, nella piena indifferenza della diplomazia mondiale.

Questo fiume di sangue, d’altronde, può stupire solamente coloro che non conoscono la realtà iraniana e che, dopo l’elezione di Rohani, hanno inziato a vedere stelle ove ci sono ancora grosse pietre. Basti solamente ricordare che, dall’elezione del nuovo presidente, in Iran sono state messa a morte oltre 200 persone, è stato chiuso il giornale riformista Bahar, è stata condannata al carcere l’attrice Pegah Ahangarani e sono stati condannati a morte 16 prigionieri Balochi come reazione ad un attentato contro i soldati iraniani ( i sedici, si badi bene, non hanno alcuna responsabilità nell’attacco perchè, in quella data, si trovavano già nelle carceri iraniane…). Senza contare, infine, che altri due attivisti curdi – Habibollah Golparipour e Reza Ismaili – sono stati arrestati, torturati e condannati a morte senza nemmeno ricevere un processo formale…

Senza contare, infine, che il regime iraniano sta ingannando il mondo con annunci di liberazione di prigionieri politici completamente falsi o solo parzialmente reali. Lo scorso settembre, in pompa magna, Teheran aveva annunciato il rilascio di 80 prigionieri di coscienza. Bene, a distanza di mesi, solo 42 carcerati sono stati rilasciati e si è trattato, quasi sempre, di persone che praticamente erano alla fine della loro pena. Centinaia di prigionieri politici rimangono tra le sbarre in Iran e tra loro ci sono anche Mir Hossein Mousavi, Zahra Rahnavard e Mahdi Karroubi. Solamente il 24 ottobre scorso, mentre tentavano di visitare i loro genitori, le figlie di Mousavi sono state picchiate ed umiliate dalla polizia del regime.

Il mondo tace davanti a tutto questo, troppo impegnato a trovare un accordo con un gigante dell’energia. Peccato che, questo stesso potenziale gigante economico, sia l’artefice dei peggiori crimini contro l’umanità e ogni diplomatico occidentale che si rispetti, dovrebbe voler vedere inserito il tema dei diritti umani e la moratoria sulla pena di morte, all’interno di un accordo sul nucleare con l’Iran. Pensare di scindere i crimini di Teheran a seconda del settore di competenza, infatti, rappresenta un grave errore: il mostro ha 100 volti, ma una mano sola, quella sporca di sangue…


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