di Maria Grazia Vai
Di te ho bagnato ancora gli occhi, e le parole
Di te,
triste acquerello sulla tavolozza del cuore
Dove anche i sogni restano sospesi
distesi come l’edera, quando si aggrappa sulle rocce
come l’aria quando finisce il volo degli uccelli
come le pietre concave scagliate nel mio cielo di cartone
Dove non c’è una nuvola che possa disegnasi
dei tuoi profili, delle tue bianche impronte
A questo cielo, alle mie mani,
alla mia vita
- manchi
quando l’aurora veste i contorni azzurri – della tua assenza
e i sogni ad uno ad uno
si disperdono
come pagliuzze d’oro, dentro un campo.