Mercatini e dolcini di Natale

Creato il 04 dicembre 2013 da Tiziana Zita @Cletterarie

Lo ammetto, questo periodo dell’anno è uno dei miei preferiti. Lo so, lo so, alla maggioranza delle persone (a parole) non piace, chi si annoia, a chi viene l’ansia da prestazioni culinarie, da regali, da incontri con parentame vario che per tutto il resto dell’anno si ha cura di evitare… beh io no. Io divento una gazza ladra, attratta da luci, sbrilluccichii, decorazioni, addobbi, nastri e chi più ne ha più ne metta.
Religiosamente parlando il periodo dell’Avvento, che parte contando a ritroso quattro domeniche prima di Natale e celebra appunto l’attesa dell’arrivo del Signore, è uno dei più importanti in tutto il mondo cristiano.
Nei Paesi di cultura anglosassone e germanica è rappresentato da una corona di rami sempreverdi su cui sono disposti quattro ceri rossi, da accendere uno per ognuna delle 4 domeniche: simbolo del progressivo vincere della luce della salvezza sul buio. Alternativa più consumistica ma altrettanto suggestiva, soprattutto per i più piccoli, è il calendario dell’Avvento: un pannello con 24 finestrelle, oppure un nastro a cui sono appesi 24 sacchetti da aprire, uno al giorno, dal 1° dicembre fino alla Vigilia, scoprendo “pensierini” – da caramelle a spiccioli – per dare “suspense” a questo magico tempo di attesa.

Ma ciò che da queste parti fa più immergere nell’atmosfera na- talizia, sono i Weihnachts-märkte, i famosi mercatini di Natale tedeschi che troviamo anche in molte città dell’Italia settentrionale da fine novembre alla Vigilia. Casette di legno con luminarie calde e suggestive mostrano ogni ben di Dio, culinario e non, che richiami in qualche modo il Natale.

I primi mercatini iniziano a vedersi nel 1300, quando però fungevano da punto di ristoro per rifornirsi di vestiti asciutti e bevande calde nel periodo più freddo dell’anno. Il più antico di cui si abbia notizia fu organizzato a Dresda nel 1434. Col passare degli anni il mercato di Natale di Dresda, sempre più affollato di merci e clienti, divenne il fiore all’occhiello dell’artigianato tedesco. A partire dal XVII secolo venne infatti dato il permesso di parteciparvi anche ai commercianti estranei alla città. Il suo simbolo è lo schiaccianoci di legno, ispirato alla favola di E.T.A. Hoffmann Lo schiaccianoci e il re dei topi da cui è tratto l’omonimo balletto con le musiche di Tchaikovsky.

Da Dresda e il suo Weihnachtsmarkt provengono molti dei dolci natalizi per cui è famosa la Germania, uno su tutti la Stolle, un pane dolce lievitato, tempestato di uvette, che può essere farcito con semi di papavero e spesso racchiude al suo centro un cilindro di marzapane. Praticamente il panettone versione teutonica!

Poiché anticamente l’Avvento era, come la Quaresima, periodo di penitenza e digiuno, questo dolce poteva essere fatto solo con farina, lievito, acqua e olio. Nel 1430 il principe Ernst e suo fratello mandarono una lettera al papa, passata alla storia come la “lettera di burro” in cui chiedevano il permesso di utilizzare latte e burro tra gli ingredienti. La dispensa fu concessa, solo alla loro famiglia e a patto di mandarne un pezzo a Roma!!! Non è che Lutero avesse proprio tutti i torti…

Esattamente come il panettone, anche la Stolle è accompagnata da una serie praticamente infinita di dolcetti tipici: rossissime mele caramellate, stelline alla cannella (Zimtsterne), mezzelune alla vaniglia (Kipferl), omini di panpepato (Lebkuchenmann), vino rosso caldo e speziato (Glühwein), imprescindibile per poter passeggiare alle temperature non proprio tropicali. E soprattutto gli Spekulatius, i fantastici frollini speziati con disegno inciso, il cui strano nome pare derivi da speculator, nome medievale che indicava il vescovo.
Che c’entrano i vescovi?
Sankt Nikolaus per i tedeschi, Sinterklaas per gli olandesi – che lo portarono con loro emigrando a New York dove divenne poi Santa Claus – altri non è che il nostro San Nicola, detto di Bari perché è lì che dal 1087 riposano le sue spoglie.  Lo si festeggia il 6 dicembre e fino al dopoguerra era proprio nella notte tra il 5 e il 6 dicembre che portava i doni, almeno nel sud dell’Europa. Nato in Turchia intorno al 270 D.C., figlio di famiglia ricca, San Nicola fu vescovo di Mira. Tra le storie tramandate, la più famosa, citata perfino da Dante nel 20° canto del Purgatorio, è quella di Nicola che, saputo di un padre che non aveva dote per far sposare le tre figlie e che aveva quindi deciso di farle prostituire, gettò per due sere di seguito due pacchi con somme di denaro per salvare l’onore delle fanciulle. L’uomo, volendo conoscere il benefattore, chiuse tutte le finestre, costringendo Nicola ad arrampicarsi sul tetto e a gettare il terzo pacco attraverso il camino, pacco che si infilò nelle calze che le ragazze avevano messo là ad asciugare.

Eccolo quindi diventato l’uomo (o meglio il santo) dei doni, protettore dei bambini. In nord Europa, dove la riforma protestante vietò le feste consacrate ai santi, i doni per i bambini furono spostati alla notte della Vigilia e il santo fu sostituito con uno spiritello bambino che portava i regali per conto di Gesù, o da Gesù bambino in persona. E’ nella poesia del 1822 La notte prima di Natale, dell’americano Clement Clarke Moore, che Santa Claus fa la sua prima apparizione ufficiale, volando su una slitta trainata da renne e prende ufficialmente la forma tondeggiante e sorridente che tutti oggi conosciamo, diventando Babbo Natale.

Se i colori bianco e rosso siano veramente dovuti alla pubblicità della Coca Cola del 1931 è ancora oggetto di dispute nelle quali è inutile addentrarsi… piuttosto sgranocchiamo qualche Spekulatius con un sorso di vino speziato – Glühwein - e tuffiamoci nell’atmosfera natalizia!!
Se non volete diventare pazzi a trovare tutte le speziette, in questo periodo vendono la miscela per pan di spezie, ma anche quella per il vin brulè andrà benissimo! In questo caso, iniziate a metterne 2 cucchiaini e poi eventualmente aggiustate a gusto.

SPEKULATIUS

500 gr farina 00 – 250 gr zucchero di canna

2 cucchiaini di estratto di vaniglia – 2 uova

250 gr di burro -
1 cucchiaino di lievito per dolci

2 pizzichi di chiodi di garofano -
2 cucchiaini di cannella in polvere

2 pizzichi di cardamomo macinato -
1 cucchiaino di zenzero in polvere

1 grattugiata di noce moscata – sale

Mescolare insieme farina, zucchero, sale, spezie e lievito. Unire il burro freddo a tocchetti e impastare con la punta delle dita fino a far diventare il tutto sabbioso. Unire l’uovo e impastare il più velocemente possibile cercando di non scaldare l’impasto. Avvolgerlo nella pellicola e metterlo in frigo per almeno un paio di ore.

Poi stendetelo in uno strato di circa 3 mm e tegliatelo con stampini a piacere. Cuocete in forno caldo a 180°, possibilmente ventilato, per circa 12 minuti o finché non inizino a dorare sui bordi.

Se ce la fate, aspettare che si raffreddino prima di mangiarli.


GLÜHWEIN
vino speziato

Qui veramente non ci sono dosi precise da dare, il quantità e qualità di spezie dipendono dai gusti di ognuno, queste sono quelle a mio gusto personale!

½ litro di vino rosso di scarsa qualità (quello buono bevetevelo al naturale!!)

2 stecche di cannella – 2 stelle di anice stellato – 2 fette di arancia punzecchiate con 2 chiodi di garofano per ogni fetta di arancia

2 cucchiaini di estratto di vaniglia – 100 gr di zucchero

mezza mela a fettine

Scaldate il vino in un pentolino, aggiungeteci lo zucchero e mescolate finché non si è sciolto. Aggiungete tutti gli altri ingredienti e fate sobbollire (non bollire sennò si rovina tutto) per cinque minuti, poi lasciate in infusione per un’altra decina di minuti.
Filtrate e bevetene tutti. Se avanza (ma non avanza), riscaldato è ancora più buono. E se proprio avete MOLTO freddo potete correggerlo con un po’ di rum o vodka. A vostro rischio e pericolo!

Cooking Lesson

Se volete immergervi nell’atmosfera e regalare dei dolcetti fatti con le vostre mani, passiamo insieme un pomeriggio a impastarli, infornarli e impacchettarli! Prenotatevi per il 19 dicembre, alle ore 15.30. La lezione si svolgerà in un splendido appartamento al centro di Roma, in zona Monti. Il costo della cooking lesson è di 40 euro (di rimborso spese). Per prenotarvi ed effettuare il pagamento cliccate il pulsante qui sotto. Per qualsiasi informazione scrivete a info@cronacheletterarie.com




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