L’Audit Bureau of Circulation, la più importante organizzazione al mondo per il monitoraggio delle diffusioni di quotidiani e pubblicazioni che riunisce le imprese editoriali, le agenzie pubblicitarie e gli investitori e vanta 3400 associati, ha rilasciato i risultati della seconda edizione relativamente al mercato editoriale in mobilità, analizzando le iniziative in essere e i piani di sviluppo in quest’area da parte dei propri associati.
La ricerca “Going Mobile: How Publishers Are Solidifying Strategies and Adapting to the Mobile Market”, i cui risultati sono stati appena rilasciati, è stata condotta su base volontaria nella seconda metà di luglio di quest’anno dopo l’ingresso sul mercato dell’iPad ma non degli altri tablet la cui disponibilità è iniziata a partire da settembre.
Il 78% del campione non ritiene plausibile la scomparsa della versione tradizionale, stampata, delle pubblicazioni. La carta non è morta.
Emerge la convinzione che nel medio-lungo periodo [entro almeno due anni] la fruizione di contenuti in mobilità sarà un elemento estremamente importante per le imprese editoriali. Si ritiene che saranno tablets ed e-readers i supporti prevalenti per la fruizione in mobilità, mentre resteranno marginali sotto questo profilo gli smartphones.
Quotidiani a larga diffusione e riviste sono i soggetti forti, protagonisti del mercato, che beneficeranno della vendita di applicazioni e contenuti mentre le realtà minori sarebbero penalizzate in quest’area.
Una minoranza degli editori è soddisfatta del modello proposto, realizzato, da Apple e, anche per questo, stanno lavorando alla realizzazione di nuove proposte per altri device e sistemi operativi. Forte concentrazione degli editori di quotidiani su quest’aspetto con il 57% dei rispondenti che dichiara di avere [o star predisponendo] la disponibilità dei propri contenuti non per iPad.
Ci sono forti aspettative per quanto riguarda il mercato pubblicitario su mobile per il quale vengono viste diverse forme di ottenere ricavi dai video ai banner passando per le ricerche e le sponsorizzazioni, ma la grande maggioranza degli editori scommette su un modello di business misto con ricavi derivanti sia dalla pubblicità che dal pagamento dei lettori così come avviene oggi per la stampa.
Emerge la consapevolezza di dover fornire strumenti e dati sempre più accurati agli investitori pubblicitari ma non vi è cenno della soddisfazione e del coinvolgimento dell’utenza, dei lettori, area senza la quale qualunque prospettiva di recupero di ricavi da parte delle imprese editoriali potrebbe venir meno.Senza una proposta di valore non è scontato che il mezzo arricchisca il messaggio.