Le transazioni medie giornaliere sul mercato Forex ammontano a più di
2.000 miliardi di dollari. I trader retail (piccoli speculatori) sono una parte minima di questo mercato. Essi possono partecipare solo indirettamente per il tramite di broker o banche.
Il mercato dei cambi è un mercato non regolamentato dove è possibile operare utilizzando la leva così da amplificarne le oscillazioni. Grazie all’effetto leva, infatti, è possibile far crescere in maniera esponenziale i propri guadagni, contenendo al massimo il rischio.
Facciamo un esempio pratico sul funzionamento dell’effetto leva. Vogliamo utilizzare 100 euro per fare trading nel Forex. Supponiamo di fare un trading che ci fornisce un profitto di 2 euro. Se il broker ci dà un effetto leva di 400, significa che possiamo fare trading con 40.000 euro ed il nostro profitto non sarà più di 2 euro ma di 800. In pratica, grazie all’effetto leva abbiamo guadagnato 798 euro. L’effetto leva si ottiene, quindi, quando il broker ci presta dei soldi per fare trading. Questo ci consente di moltiplicare per 400 i nostri profitti mantenendo il rischio circoscritto esclusivamente alla somma che inizialmente volevamo investire.
Per quanto riguarda la tassazione delle operazioni di compravendita di valute nel mercato Forex, è stata definitivamente assimilata a quella dei derivati. La tassazione è stata regolata dalla risoluzione 67/E di agosto 2010 dall’Agenzia delle Entrate e dal nuovo articolo 1 del Testo Unico della Finanza (TUF), modificato dal Decreto legislativo 141/2010 (in vigore dal 19 settembre 2010). Pertanto, mentre prima trader e investitori non pagavano imposte sui profitti derivanti da operazioni di compravendita di valute, adesso le plusvalenze realizzate a fine giornata dalle persone fisiche al di fuori dell’esercizio d’impresa, devono essere indicate nella dichiarazione dei redditi e assoggettate all’imposta sostitutiva nella misura del 12,50%. Inoltre non è ammessa la detrazione di eventuali perdite. Di conseguenza si pagheranno le imposte anche se il saldo finale finisse in rosso. L’eventuale detrazione delle perdite è invece ammessa per altri strumenti finanziari, come ad esempio i futures su valute. Infine, va precisato che restano estranee a questa disciplina le transazioni commerciali in valuta.