Non per denaro, poiché guadagnavo molto bene in un posto di responsabilità in una compagnia commerciale francese che operava in Africa occidentale. Dopo qualche anno d’Africa sarei stato trasferito a posti di maggiore responsabilità a Manchester, o a Parigi, o negli USA. E’ stato il mio destino a portarmi in Congo, addestrarmi militarmente con i parà belgi per assecondare il mio spirito di avventura?
Poi, iniziai a combattere con i mercenari. Li definisco così, e in tal maniera mi autodefinisco, solo perché è la definizione comune che ci danno giornalisti e storici, e che la gente conosce.
Il Quinto Commando, in cui ero inquadrato, era comandato da ufficiali britannici, rodesiani e sudafricani. Erano anglosassoni, e la disciplina militare era quella dell’esercito britannico: dura e spietata.
Dopo più di quarant’anni di assoluto silenzio Tullio Moneta, uno dei grandi protagonisti dell’epopea dei mercenari in Congo, torna a parlare di una delle pagine più controverse e dimenticate della storia africana del secolo passato. Divenuto mercenario quasi per caso, dimostratosi uno dei combattenti più capaci nel celebre Quinto Commando, quello dell’Oca Selvaggia, Tullio è stato anche attore in alcuni film d’azione, consulente militare e l’unico italiano tra gli organizzatori del tentato golpe alle isole Seychelles nel 1981.
In queste pagine Tullio ripercorre con assoluta dovizia una storia di imprese e missioni militari che abbracciano un arco di tempo di quasi vent’anni.