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Merchandising nel calcio in Italia... Così non va...
Creato il 24 settembre 2013 da Stefano Pagnozzi @StefPag82Sono diversi gli aspetti del settore calcio italiano che sembrano funzionare meno rispetto al trend dei principali campionati europei, l'analisi svolta dal sito Passionemaglie.it, che vi ripropongo sotto, è un'occasione per alcune considerazioni sul marketing e merchandising dei nostri club e, dai risultati che l'approfondimento del sito specializzato ha determinato, si evidenziano alcuni aspetti critici della gestione della commercializzazione del materiale e il nostro ritardo rispetto agli altri campionati.
Nello sfruttamento dei ricavi derivati dal merchandising, sulla base degli ultimi dati utili forniti dalla Deloitte Football Money League 2013(dettagli sullo studio qui), solo il Milan rientra nelle prime 10 in Europa per entità di ricavi ''Commercials''.
A guidare la classifica dello sfruttamento degli introiti commerciali è il Bayern Monaco con 201,6 milioni di euro, ormai primo brand mondiale(qui dettagli:'Il brand del Bayern Monaco sul tetto del Mondo') seguito dalle leader europee dei ricavi Real Madrid con 187,2 e Barcelona con 186,9.
1.Bayern Monaco 201,6M
2.Real Madrid 187,2M
3.Barcelona FC 186,9M
4.Manchester United 145,4M
5.Manchester City 138,9M
6.Liverpool 99,1M
7.Borussia Dortmund 97,3
8.Milan 96,8M
9.Schalcke 04 93,4M
10.Chelsea 87,1M
Qui alcuni numeri nel dettaglio del mercato delle maglie europeo 2012 http://infoazionariatopopolarecalcio.blogspot.it/2012/10/i-numeri-del-mercato-delle-maglie-dei.html
Altre italiane presenti nella top 20 sulla base degli introiti commerciali Juventus 11°posto(73 milioni di euro), Inter 15°(50,3M), Napoli 18°(38M), AS Roma 19°(36,8M). La scarsa entità di tali introiti li rende poco incisivi e prolunga la dipendenza dai diritti TV, vincolando e irrigidendo la struttura delle società.
Un'immagine di confronto con le top europee
L'articolo di Passionemaglie.it Perchè il merchandising non funziona in Italia? L’analisi degli store ufficiali della Serie A 2013-2014 La crisi del calcio italiano non è più una notizia. Stadi obsoleti, imprese da raccontare ai nipoti per l’acquisto dei biglietti, partite in orari incomprensibili, lo scandalo del calcioscommesse e una gestione discutibile del merchandising. La nostra analisi si concentra proprio su quest’ultimo punto e in particolare sulla vendita online delle maglie da gara. Abbiamo analizzato tutti gli store ufficiali dei club iscritti alla Serie A 2013-2014 e raccolto i dati in una tabella riassuntiva.
STORE UFFICIALI
Siamo sinceri, tra di noi non c’è nessun esperto di e-commerce, per cui abbiamo preferito non entrare troppo nei dettagli riguardo strategie di marketing, grafica, usabilità o presenza nei motori di ricerca. Da clienti e appassionati avremmo potuto sciorinare le nostre “teorie”, ma avremmo rischiato di essere considerati al pari di tutti i CT azzurri che pullulano la penisola dopo ogni match di Buffon e compagni. Lasciamo questo compito ai consulenti professionisti.
Siamo quindi partiti da una domanda più banale e scontata: ogni squadra possiede un negozio online ufficiale? Per quanto il digital divide sia tutt’oggi una nota dolente per l’Italia anche noi faremmo fatica a non rispondere con un secco “sì”. Sbagliato. Ovviamente.
Dopo neanche metà lista scopriamo che Cagliari ed Hellas Verona ci mettono davanti a una pagina in aggiornamento che rischia di spegnere la nostra passione. I siti arriveranno, non c’è dubbio, ma intanto il campionato è iniziato da quattro giornate per chi non se ne fosse accorto.
Ai due club potrebbe fare compagnia l’Udinese, il cui store non è linkato sul sito ufficiale, ma l’abbiamo scovato solo sulla pagina Facebook.
DISPONIBILITA’ MAGLIE 2013-2014
Entrati nei siti abbiamo controllato la presenza in vendita di tutte le maglie della stagione in corso. Oltre a Cagliari ed Hellas anche i tifosi di Catania, Livorno e Udinese non possono acquistare un prodotto che vedono in campo ogni settimana.
Peccato veniale per l’Atalanta che non dispone della terza maglia grigia e cartellino giallo invece per Genoa, Sampdoria e Torino che hanno completato l’assortimento da pochi giorni. Perdoniamo solo i granata perchè sono gli unici a far scegliere se applicare o meno gli sponsor.
PREZZI
Per non farci mancare nulla in Italia i prezzi sono tra i più alti in Europa, almeno secondo una vecchia ricerca del 2012. Inghilterra a parte la differenza con i Francia, Germania e Spagna è comunque minima.
Nell’attuale Serie A il primato spetta a Inter e Juventus, entrambe griffate Nike, che chiedono 85 euro per la versione ‘replica’ e 120 per quella ‘authentic’. I tifosi romanisti sono avvisati. Il club più economico è il ChievoVerona che offre una maglia a 59 €.
La media esatta è di 75,10 € per l’acquisto della maglia casalinga (di Inter, Juventus, Milan e Napoli abbiamo considerato la versione più economica).
STAMPA NOME E NUMERO
Una maglia personalizzata con nome e numero del calciatore preferito o con il nostro nome è sempre un bel vedere. E fa schiattare d’invidia i nostri amici nel calcetto settimanale, a patto di utilizzare i font originali.
Solo undici squadre permettono di applicare qualsiasi personalizzazione con un costo che oscilla da 6 a 20 euro. L’Atalanta non offre questo servizio, il Parma vende solo la maglia di Cassano taglia L, Bologna e Napoli hanno a disposizione i calciatori più gettonati.
Una curiosità sullo store della Roma: selezionando la personalizzazione di Maicon, l’editor visualizza il numero 13 e la scritta “Sisenando” (che fa parte del nome completo).
PAGAMENTI
Regina incontrastata è la carta di credito, abbinata spesso al noto Paypal. Con le miriadi di offerte esistenti non c’è più nessuna scusa per non possederne una, ricaricabile o meno.
Alcuni club propongono anche il bonifico bancario e il contrassegno, la Sampdoria aggiunge il bollettino postale.
ASSISTENZA CLIENTI
Il punto più dolente della nostra analisi. La comunicazione è fondamentale in un processo d’acquisto e nella vita di tutti i giorni, ma per i club della nostra Serie A non sembra essere così.
Abbiamo inviato un’e-mail con una richiesta d’informazioni generica e questi sono i risultati. Giudizio positivo per chi ha risposto in meno di 48 ore (Atalanta, Chievo, Fiorentina, Genoa, Parma, Roma, Sassuolo e Torino); da rivedere Bologna e Udinese che hanno impiegato quasi quattro giorni lavorativi; bocciate Catania (non ha un indirizzo a cui scrivere) e soprattutto Inter, Juventus, Lazio, Livorno, Milan e Napoli.
Le squadre più titolate d’Italia, le cosiddette “strisciate”, dopo più di una settimana non hanno replicato. E non sappiamo se mai lo faranno. Il modo migliore per trasformare un potenziale cliente in uno mancato.
CONCLUSIONI
I fattori che incidono sugli scarsi introiti del merchandising sono molteplici, tra questi il modo differente di vivere il calcio in Italia, la tassazione e la contraffazione dilagante. Aspetti su cui le società possono intervenire solo parzialmente.
Non ci sono scuse invece per la mancanza di un e-commerce ben strutturato, la disponibilità dei prodotti e la totale assenza di comunicazione con i clienti. Serve un po’ di autocritica e un maggiore controllo delle risorse interne.
Vi invitiamo a commentare con le vostre esperienze dirette d’acquisto online e nei negozi fisici, siamo sicuri che ne vedremo delle belle.
da: http://www.passionemaglie.it/2013/09/merchandising-analisi-store-ufficiali-italiani-seriea/
Altro sui report sul calcio italiano e europeo: http://infoazionariatopopolarecalcio.blogspot.it/p/report-e-analisi.html