Questa rubrica sarà postata di mercoledì, ma sicuramente non ogni mercoledì. Si parla di arte, di artisti, di musei, di archeologia, di architettura… tutti argomenti che mi appassionano ma di cui non sono sicuramente un’intenditrice. Lo scopo di questa rubrica è quindi fare una chiacchierata su cose che vedo, sento, leggo, eccetera. Spero vi piacerà! :)
L’ingresso e l’interno del British Museum
Altra tappa obbligatoria (nel senso che non volevo assolutamente perdermela!) della mia gita a Londra è stato il British Museum. Già sapevo che ne sarei stata enormemente affascinata, e infatti non ha deluso le mie aspettative!La stele di Rosetta. Sulla sinistra quella originale che, essendo posta all’interno di una teca di vetro, purtroppo non sono riuscita a fotografare bene. A destra la copia esposta al pubblico che ho potuto toccare con mano e fotografare senza problemi!
Ho iniziato la visita con la sezione dedicata all’Antico Egitto, e la prima cosa che ho incontrato è stata proprio quella che più desideravo vedere: la Stele di Rosetta! Di che si tratta ne parlai già QUI, e ne ero molto affascinata, e pensavo “chissà se potrò mai andare a vederla dal vivo”… ed ecco che proprio all’inizio mi si para di fronte! Bellissima! Penso di averlo già detto in altri Mercoledì al Museo, ma fra tutte le testimonianze delle epoche passate, quelle scritte sono quelle che mi emozionano di più!Più avanti, proseguendo nella visita, ho incontrato anche una riproduzione della stele, questa senza teca in vetro e accompagnata dal cartellino che avevo visto anche al Natural History Museum con scritto “please TOUCH”. Io ovviamente non me lo sono fatto dire due volte, e mi sono divertita a passare le dita sulle incisioni nelle tre lingue, e ho potuto fotografarla come si deve! Di tutta la visita la sezione che mi è piaciuta di più credo sia la seconda che ho incontrato, quella dedicata al Medio Oriente antico, in particolare all’arte assira. Queste popolazioni mi affascinano moltissimo da quando ne ho letto per il Reading History, e forse anche per questo la loro arte, così antica e particolare, mi è rimasta impressa più di altre. Anche stavolta un fascino particolare hanno avuto per me le opere che contenevano anche testi, come quella qui in basso. Non ho idea di quale sia l’argomento, ma non posso proprio non andare in brodo di giuggiole pensando che questi caratteri costituiscono la prima scrittura mai utilizzata dall’uomo!Una lastra di pietra di origine assira con un’iscrizione: sempre tremendamente affascinate!
Un sacco di sale sono dedicate anche all’arte dell’antica Grecia, e sebbene quest’arte non mi sia sconosciuta non è comunque minore il piacere di vedere statue e oggetti che i risultano più familiare. In particolare mi ha colpito la massiccia presenza di elementi di architettura: templietti interi, senza contare le tante parti del Partenone. Ma c’è rimasto qualcosa sull’Acropoli di Atene? Bellissime comunque le statue dei timpani, disposte come dovevano essere in origine, a formare un triangolo: mancano teste e arti, ma l’effetto d’insieme rimane superbo!Monumento alle Nereidi (390-380 a.C.), ritrovato a Xanthos, in Turchia.
A sinistra, una delle caratteristiche statue dell’Isola di Pasqua. A destra: in alto la maschera di Pookmis, in basso una bara a forma di macchina fotografica.
Una sala che mi è particolarmente rimasta impressa è quella dedicata alla mostra “Living and Dying” che presenta arte da un po’ tutto il mondo, ma in particolare delle culture americane (nord e sud). Di questa sezione tre sono le opere che ricordo meglio.Innanzitutto il testone dell’Isola di Pasqua, che però, ad essere onesti, immaginavo più grande.Poi tra i vari capi di abbigliamento rituali e simili ho trovato molto buffa la maschera di Pookmis, un baleniere che si è perso o è affogato e ora trasporta gli spiriti degli annegati nella terra dei morti. Ma, seriamente… guardate l’immagine qui a lato (Pookmis è quello in alto a detra): come si fa a prendere sul serio uno con quell’espressione?!?Infine, la gigantesca macchina fotografica di legno che vedete in basso a destra. Indovinate cos’è? Non penso ci riuscirete, o almeno io non l’avrei mai immaginato. Si tratta di una bara. Pare che in un villaggio dell’America latina sia nata la tradizione di inumare i defunti in bare dalle forme particolari, su richiesta del caro estinto a basandosi su quello che gli piaceva o lo caratterizzava quando era in vita. Che usanza particolare!Maschera di Tezcatlipoca in mosaico di turchese, mimixteca-azteca (1400-1521)
Nella sezione dedicata all’arte Americana antica, la cosa che mi ha sicuramente colpito di più è la maschera di Tezcatlipoca. Si tratta di una maschera realizzata con un teschio umano ricoperto da un mosaico fatto di turchesi. Tezcatlipoca significa “specchio fumante” ed era una sorta di dio non proprio amichevole. La maschera mi ha colpito molto innanzitutto perché è inquietantemente bella, e poi anche perché pochi giorni prima di partire stavo giocando a Brokwn Sword e Tezcatlipoca era al centro dell’indagine: guarda tu la coincidenza! :)Una grossa area era dedicata all’arte Orientale: Cina, Giappone, India e Corea. Oggetti di uso quotidiano, gioielli, opere d’arte, anche d’architettura (la riproduzione di una casa coreana e svariati pezzi di templi indiani), c’era un po’ di tutto in questa sezione. Sono rimasta maggiormente colpita dalle bellissime ceramiche dell’estremo oriente, e da moltissime opere dell’arte indiana, così caratteristiche e affascinanti…Ceramiche credo giapponesi (chiedo scusa se ho sbagliato, al momento non ricordo più di preciso la loro provenienza!)
Una sezione più breve ma altrettanto interessante è invece quella dedicata all’arte Africana. E’ sicuramente quella che ha trovato più… come dire… diversa dall’arte a cui sono abituata, e per questo l’ho capita poco, ma forse sempre per questo motivo alcune opere mi hanno affascinato moltissimo! In particolare mi è piaciuto il fatto che il materiale più utilizzato fosse il legno, a differenza di tutte le altre sezioni dei museo, dove prevaleva la pietra, o al volte i metalli e la ceramica.The Tree of Life (l’Albero della Vita), opera di arte africana contemporanea
Purtroppo ad un certo punto ho dovuto affrettarmi e una parte del Museo l’ho visitata quasi di corsa, perché mancava poco all’ora di chiusura. Per esempio ho dato solo uno sguardo veloce alle sale dedicate all’arte Romana, in cui, come per quella greca, non ho trovato niente di veramente nuovo, ma comunque mi sarebbe piaciuto soffermarmici di più, perché è sempre piacevole! Mentre camminavo un po’ di fretta per le sale ho “incontrato” tra gli altri i busti di Augusto e Livia: li ho riconosciuti subito, dopo la Mostra dedicata ad Augusto dell’anno scorso.Altra sezione che ho purtroppo visto di sfuggita è stata quella dedicata all’Europa nel Medioevo, e me ne dispiace molto perché sembrava interessantissima! Mi sono comunque fermata un po’ in una stanza dedicata agli orologi: che meraviglia! Quante forme, dimensioni, materiali, tipo diversi che c’erano!Un orologio a forma di nave, il mio preferito nella stanza degli orologi. La didascalia diceva che quando era in funzione, ad ogni ora i cannoni sparavano davvero!
Siccome nei giorni precedenti mi ero stancata parecchio, avevo già deciso di prendermela comoda nella visita a questo Museo, e di fare molte pause, ed è per questo che alla fine non sono riuscita a vedere tutto come avrei voluto! :( Comunque, non è di questo che volevo parlare adesso, ma del fatto che, avendoci passato tutto il giorno, ho ovviamente anche pranzato lì. A metà mattinata ho approfittato del self service per fare uno spuntino con un muffin ai frutti di bosco enorme e buonissimo, ma poi come al solito nel primo pomeriggio mi sono dedicata all’Afternoon Tea, nel ristorante del Museo. Purtroppo devo dire che è stato penso il meno soddisfacente (e guarda caso anche il più caro), ma comunque non male, e le porcellane mi sono piaciute molto.Afternoon Tea al ristorante del British Museum.
La visita a questo Museo mi è piaciuta enormemente. C’è veramente di tutto (non voglio essere cattiva ma gli inglesi hanno veramenteUna collana fatta di denti di delfino che ho potuto toccare con mano. Purtroppo la fato con la selce neandertaliana non sono riuscita farla, quindi accontentatevi di questa!