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Mercoledì al Museo (2): I Colori del Bianco

Creato il 29 maggio 2013 da Phoebes

Mercoledì al Museo (2): I Colori del BiancoQuesta rubrica sarà postata di mercoledì, ma sicuramente non ogni mercoledì. Si parla di arte, di artisti, di musei, di archeologia, di architettura… tutti argomenti che mi appassionano ma di cui non sono sicuramente un’intenditrice. Lo scopo di questa rubrica è quindi fare una chiacchierata su cose che vedo, sento, leggo, eccetera. Spero vi piacerà! :)

Mercoledì al Museo (2): I Colori del Bianco

Il titolo che ho scelto per questo post è quello di una mostra inaugurata alcuni anni fa credo a Roma, che poi ha fatto il giro del mondo e a cui è anche stato dedicato un libro. L’ho scelto perché lo trovo molto bello per esprimere in breve quello che è il tema di questo post, che ovviamente era anche quello di questa mostra, ovvero la policromia nell’arte statuaria antica. Non so se lo sapevate, ma nell’antichità le statue di marmo erano completamente colorate. Il 18 maggio ho partecipato a una conferenza dal titolo I colori dell’imperatore. La policromia della scultura in età augustea. Come si può intuire l’argomento era appunto quello dei colori delle statue, con particolare riferimento all’età augustea perché la conferenza si è svolta nell’ambito di una mostra inaugurata a marzo, dal titolo “Formiae, una città all’inizio dell’Impero” e dedicata proprio all’Imperatore Augusto e agli effetti che la sua politica ebbe nella città di Formia (LT). Ho avuto la fortuna di collaborare in parte alla realizzazione di questa mostra, e l’ho trovata estremamente affascinante! E in particolare mi ha conquistato questo argomento, dei colori del bianco. Perché nel Museo dov’è alloggiata la mostra ci sono un paio di statue che presentano ancora tracce di colore. Quella in cui i colori sono maggiormente evidenti è la statua che ho inserito all’inizio di questo post. Rappresenta un giovane togato capite velato* identificato forse con Druso Minore (figlio di Tiberio, nato intorno al 13 a.C. e morto nel 23 d.C.). La statua è realizzata in marmo greco e databile in età giulio-claudia.In origine la toga era dipinta di rosso. Le tracce sono scarse, di un rosso molto chiaro, tanto che nella foto quasi non si vedono. Quel che mi ha colpito di più, però, sono i colori sul volto.

Mercoledì al Museo (2): I Colori del Bianco

Guardate gli occhi, come ancora si vedono pupilla, iride e ciglia!!! Questi colori hanno resistito un paio di migliaia di anni per poter essere ammirati da noi ancora oggi! :D
Mercoledì al Museo (2): I Colori del Bianco

Calco della Statua dell’Augusto di Prima Porta. Da Archeo Gennaio 2005. Fonte.

Nonostante l’emozione di questa testimonianza così ben conservata, devo ammettere che l’idea delle statue colorate un po’ mi stranisce, non riesco proprio ad accettare il fatto che tutto quel candore a cui sono abituata fosse a quel tempo completamente coperto dal colore. Anche perché quando poi vedo qualche riproduzione moderna di qualche famosa statua con l’aggiunta del colore… l’effetto non mi entusiasma poi molto! Guardate per esempio la statua qui a sinistra.Non è osceno?!?! Alla conferenza il relatore ci ha detto che è stata definita “un trans che chiama un taxi”, ed è proprio quella l’idea che dà! Insomma, il risultato è piuttosto pacchiano! Eppure, pare che agli antichi le statue piacessero così, perché non dovevano essere solo delle rappresentazioni, dovevano essere vive! In questa statua, realizzata con un marmo molto pregiato, la pelle era stata lasciata bianca, mentre ce ne sono altre in cui è stata colorata di rosa, quindi questa qui è anche meno “carica” di altre, meno… come dire… un pugno nell’occhio! ;) L’unica cosa che davvero mi piace è il busto con la “finta” corazza. In pratica Augusto dovrebbe indossare un pettorale, così pare guardando la statua com’è oggi, ci sono le cinghie sulle spalle, i contorni sono evidenti e ci sono i fregi in rilievo. Eppure non è stata trovata traccia di colore a parte quelle che vedete in questa immagine, dando quindi l’idea che i fregi siano posti sul petto nudo dell’Imperatore. Ora, credo che questa cosa abbia un qualche significato (la statua di per sé è piena di simbolismi), e probabilmente è stato anche detto alla conferenza, ma non lo ricordo. Però ricordo di aver visto un’immagine ingrandita in cui effettivamente, per come sono evidenti le linee dei muscoli e i capezzoli, sembra proprio che i disegni spuntino dalla pelle stessa di Augusto.Ma vabbè, mi sto dilungando su una sola statua, quando invece volevo parlare in generale dei colori. La conferenza è stata molto interessante perché non ha parlato solo delle opere ma anche degli studi che sono, o in alcuni casi non sono stati fatti su questo argomento. Pare infatti che per molti anni gli archeologi abbiano quasi deciso di ignorare le tracce di colore e fare come se non ci fossero, anche se è già dall’Ottocento che sono state trovate e che quindi si è scoperta la policromia delle opere in marmo dell’antichità!Voi che ne pensate di questa faccenda del colore? Lo sapevate che le statue di marmo erano colorate? Vi piacciono? O le preferite bianche?

Visto che abbiamo parlato di Augusto, che cito spesso anche a proposito del telefilm Roma, ho pensato di lasciarvi un video in cui Claudio Amendola spiega brevemente come Augusto diventò imperatore.


*togatotogadignitasciviscapite velatopietas

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arte, Mercoledì al Museo

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