Magazine Maternità
Siamo tutti informati: le merendine e le bibite zuccherate sono ipercaloriche e andrebbero assolutamente evitate in una dieta sana. I bambini sono a rischio obesità, il diabete è in agguato e si potrebbe continuare così, l’elenco delle controindicazioni è lungo e deprimente.
Per di più, al di là di ogni logica, questi distributori sono quasi sempre collocati in strutture pubbliche, ospedali, scuole, impianti sportivi, sale di attesa. Non solo, ma quanto inquina il “packaging”, la confezione di plastica che avvolge i singoli prodotti?
Eppure per i nostri figli il fascino dei distributori automatici è indiscutibile: il Journal of School Health (Kids Who Eat Vending Machine Snacks Face Chronic Health Problems-Family) ha pubblicato uno studio nel quale dichiara che, su un campione di più di 2000 ragazzi, l’88% degli studenti delle superiori e il 16% dei bambini delle scuole elementari fa uso di snack preconfezionati. Che senso ha allora parlare di educazione alimentare quando i messaggi sono di altra natura?
Diverse realtà stanno lavorando per un cambio di rotta, ad esempio il progetto “Pausa amica” della Asl di Trento, promuove il consumo dei cibi salutari all’interno dell’azienda sanitaria con la sostituzione dei prodotti dei tradizionali distributori automatici con altri più sani e di produzione locale. Inserita nel programma provinciale “Guadagnare in salute in Provincia di Trento”, l’iniziativa è partita lo scorso dicembre e durerà sei mesi. I distributori tradizionali sono stati affiancati da altri distributori di cibi salutari, l’utente sceglie sulla base delle proprie esigenze e delle proprie convinzioni ideologiche. Le prime valutazioni hanno dimostrato un discreto successo, in particolare sono stati apprezzati soprattutto yogurt, succhi biologici e frullati, meno gettonate la macedonia e la frutta affettata in sacchetti.
Notizia recentissima, invece quella che riguarda Milano, dove secondo i dati del Fatebenefratelli, un bambino su cinque fra i 6 e gli 11 anni è in sovrappeso e il 6,9per cento è obeso. Il programma triennale “Frutta nelle scuole” coinvolgerà in Lombardia 190 mila alunni delle elementari e 480 istituti: per un giorno a settimana agli studenti sarà servita frutta a metà mattina, al posto delle merendine. La frutta sarà servita anche in versione “bag meal”: già in pezzi e chiusa in busta, pronta da mangiare.
Buoni esempi di coerenza tra quello che gli adulti sostengono e quello che realmente fanno.
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