C’è un piccolo paese nell’Oberland Bernese che non è molto diverso da tutte le altre località della Svizzera, dove le case hanno i tetti aguzzi perché di neve ne cade molta e le piste, d’inverno, si riempiono di sciatori dalle coloratissime giacche, mentre d’estate i ripidi sentieri ospitano i tanti turisti, con il loro Alpenstock in bella evidenza, che si aggirano per le montagne in cerca di frutti di bosco, di funghi, di torrenti che rotolano di pietra in pietra e perchè no…anche di cascate! Eppure questo piccolo paese non è un posto come tanti altri perché si chiama Meiringen, ed è qui che la sorte ha voluto che si verificassero alcuni eventi, all’apparenza disparati e molto distanti nel tempo, ma di interesse così rilevante che hanno finito per fare il giro del mondo.
Attorno al 1720 veniva a villeggiare a Meiringen, una giovane, bionda, dall’aspetto dolcissimo e un velo di malinconia sempre stampato sul viso. Sembrava una ragazza come tante, quando si vedeva in giro per le strade del paese, ma era in realta una principessa, la figlia del, sia pure deposto, re di Polonia Stanislaw Leszczynski, le cui agitate vicende politiche e il continuo peregrinare per l’Europa, avevano profondamente inciso sulla vita dei suoi familiari. Si diceva che fosse la promessa sposa del Principe di Condè, ma ciò non impedì al giovane pasticciere del paese di innamorarsene perdutamente. Quando la vedeva passare davanti al suo negozio il giovane Gasperini si turbava e arrossiva, ma non poteva fare a meno di sognarla ad occhi aperti… e di sperare. Per lei avrebbe fatto di tutto e le avrebbe adagiato il mondo ai piedi, ma era solo un pasticciere e, tutto quello che potè fare, fu di adagiarle fra le mani … un dolce. Ma che dolce! Il ragazzo con un’estrema semplicità di mezzi si era inventato qualcosa dall’aspetto veramente regale, dal gusto friabile e dalla consistenza spumosa: la Meringa. Appena si metteva in bocca il calore del palato faceva sciogliere il guscio come la neve di Meiringen quando veniva lambita dal primo sole primaverile e, ciò che rimaneva, era la dolcezza euforizzante dello zucchero. La ragazza, Maria, ne fu profondamente colpita e turbata, ma tutto quello che poté fare fu di portarsi a Versailles la meringa, perché nel frattempo anzichè da un principe, era stata chiesta in sposa dal re di Francia in persona, Sua Maesta Luigi XV. Non fu, il suo, un matrimonio felice, con il re che la trascurava e la tradiva in continuazione, lasciandola alla solitudine delle sue stanze dorate. Forse chissà, se i tempi fossero stati diversi, le sarebbe convenuto sposare il suo pasticciere che le avrebbe reso la vita sicuramente più dolce. L’unica che veramente ci guadagnò fu la Meringa che acquistò fama di corte in corte e fu adorata anche da Maria Antonietta, la regina che venne dopo, anzi l’ultima…
Parecchio tempo dopo, nel 1881, fece la sua apparizione a Meiringen uno strano personaggio, dallo sguardo acuto e penetrante, il naso sottile e aquilino che gli conferiva un’aria vigile e decisa e il mento prominente e squadrato, tipico dell’uomo di azione. Prima di avviarsi incontro al suo destino in quelle perniciose acque delle cascate di Reichenbach, poco lontane da Meiringen, l’uomo lasciò scritto:
“Mio caro Watson, Le scrivo queste poche righe grazie alla cortesia del Signor Moriarty che gentilmente aspetta che io abbia terminato prima di discutere circa le questioni in sospeso fra di noi. Mi ha illustrato brevemente il modo in cui ha evitato la polizia inglese e si è tenuto al corrente dei meiei spostamenti, confermandomi così l’altissima opinione che mi ero fatto delle sue capacità. Sono lieto di pensare che potrò liberare la società della sua presenza, anche se, temo, a un prezzo che addolorerà i miei amici e specialmente Lei mio caro Watson. Comunque Le ho già spiegato che la mia carriera era arrivata a un punto critico e che nessun altra conclusione potrebbe andarmi meglio di questa. Anzi per dirLe tutta la verità, ero sicurissimo che la lettera da Meiringen non fosse che un trucco e la lasciai andare solo perché ero convinto che ci sarebbero stati degli sviluppi. Dica all’Ispettore Patterson che i documenti che gli occorrono per mandare in galera tutta la banda, si trovano nel casellario M, dentro una busta azzurra su cui é scritto “Moriarty.” Ho lasciato precise disposizioni circa i miei averi prima di lasciare Londra… Il Suo affezionatissimo Sherlock Holmes”
Si sa come andarono le cose! Il quell’”Ultima Avventura”, il grande investigatore affrontò il suo mortale nemico Moriarty a viso aperto e insieme precipitarono nelle turbinose acque delle cascate… In seguito, a furor di popolo, Harthur Conan Doyle fu costretto a resuscitare il suo eroe… Ma questa è un altra storia.Meiringen fu così grata a Sherlock Holmes! Dopo poco tutto il mondo seppe di quello sperduto paesino delle Alpi Svizzere e di quelle tragiche cascate di Reichenbach e tantissimi furono i curiosi e i turisti.. Quelli delle catastrofi, che cominciarono a visitarla. E non hanno più smesso! Così decisero di costruire un Museo in onore del grande investigatore… Benefattore della città.
Ma una domanda era rimasta nell’aria…La cui risposta sembra si possa trovare esclusivamente nel Museo. Se lo girate tutto, ad un certo momento troverete una stanza che riproduce esattamente lo studio che Sherlock Holmes aveva a Londra. Caminetto, libreria, ricchi tendaggi, giornali, una lampada dorata e tutti i mille orpelli dell’arredamento vittoriano. Poi guardando tutto con attenzione, potrete osservare come sul tavolo ci sia una tazza da te (una seconda è più lontana) e due piattini, sui quali restano, a memoria di un dolce consumato, un tovagliolino spiegazzato e un coltello. Se a questo punto vorrete applicare alla situazione il metodo deduttivo così caro a Holmes vi renderete conto che :
A) – Sherlock Holmes a Londra prendeva il te accompagnandolo a un dolce;
B) – A Londra quasi certamente questo dolce potevano essere i biscottini, per cui gli inglesi vanno famosi;
C)- Anche fuori di Londra è lecito supporre che Sherlock Holmes mangiasse dolci con il te.
Ma se i famosi biscottini inglesi, all’estero, sul finire del XIX secolo era sicuramente difficile trovarli, cosa pensate che avrebbe mangiato a Meiringin Holmes? Ma, ovviamente, la Meringa! E a questo punto è lecito anche supporre che fosse arrivato nelle Alpi Svizzere con il preciso intento, lui sempre così curioso e amante delle sensazioni più raffinate, di assaggiare quella fantastica specialità… E così forse abbiamo risposto alla domanda rimasta in sospeso, la cui risposta può unire fra di loro eventi lontani un secolo e mezzo.
Col tempo la meringa ha fatto una grande strada. Anzi ne ha fatte diverse. Si è colorita al cioccolato e all’arancia, si é riempita di mandorle o di panna, ha voluto nel suo morbido cuore anche le pere e talvolta le ciliegie. Spesso, a contatto con tutti questi doni della natura … e della pasticceria è diventata ”Meringata”, di cui offriamo la versione color rosso con le fragole al suo interno e al suo esterno, queste ultime come raffinata decorazione.
MERINGATA ALLA FRAGOLA
INGREDIENTI CHE SERVONO PER TUTTO IL DOLCE: 1 limone, 250 grammi di albume, 500 grammi di zucchero, sale, 110 grammi di acqua, 550 grammi di fragole, 40 grammi di zucchero a velo, 100 grammi di crema pasticcera, 250 grammi di panna fresca.
INGREDIENTI PER LA MERINGA ( 2 dischi e meringhette per farcire): 80 ml. di acqua, qualche goccia di succo di limone, 1 pizzico di sale, 200 gr. di albume, 400 gr. di zucchero.
INGREDIENTI PER LA FARCITURA: 30 ml di acqua, 100gr. di zucchero, qualche goccia di succo di limone, 1 pizzico di sale, 50 gr. di albume, 250 ml di panna fresca, 40 gr. di zucchero a velo, 100 gr. di crema pasticcera, 250 gr. di fragole.
INGREDIENTI PER GUARNIRE: 300 gr. di fragole. PREPARAZIONE: Per prima cosa dovete preparare la crema pasticcera e la meringa per i due dischi e le meringhe per completare la torta, la sera prima di assemblare il dolce. MERINGA PER I 2 DISCHI E LE MERINGHE PER LA FARCITURA: In un pentolino mettere l’ acqua con lo zucchero sul fuoco.Nel frattempo montare gli albumi, a neve ferma, con un pizzico di sale e qualche goccia di limone. Portare lo zucchero con l’ acqua a ebollizione a 120° quindi, versare a filo questo sciroppo sopra gli albumi continuando a montare finché il composto non si sarà raffreddato completamente.
Create due dischi di meringa abbastanza spessi con la sacca da pasticcere su carta da forno, segnando con una matita il cerchio che servirà da guida per formare i cerchi di uguale misura che sarà la base per la torta e tante piccole meringhe per completare il dolce.
Mettere in forno a 60-70 gradi e lasciare “asciugare” per almeno 4 ore a forno leggermente socchiuso.
Lavate e tagliate le fragole a piccoli pezzi, quindi sbriciolate grossolanamente le piccole meringhe che avrete precedentemente cotto insieme ai due dischi.
Prendere poi altri 50 gr. di albumi a temperatura ambiente, 100 gr. di zucchero, 30 ml di acqua, un pizzico di sale e qualche goccia di succo di limone per preparare dell’altra meringa, come fatto per i dischi, montate anche 250 ml di panna fresca e a pochi secondi prima di terminare di montare, aggiungete 40 gr. di zucchero a velo. Frullare con il minipiner 50 gr. di fragole. Mescolate la panna montata con la crema pasticcera ben lisciata e fredda, quindi la meringa (morbida e non cotta), e metà dei 250 gr. di fragole tagliate a pezzetti.ASSEMBLAGGIO DEL DOLCE
Prendere un disco di meringa, spalmarci metà della crema, spargere sopra una parte delle fragole a pezzi tenute da parte, alcune meringhette sbriciolate e metà delle fragole frullate. Coprire con l’ altro disco di meringa e ricoprire con il resto della crema, le fragole a pezzi ,quelle frullate rimaste e lealtre meringhe sbriciolate.Mettere il dolce a riposo nel freezer per 3-4 ore. Al momento di servire guarnire con fragole tagliate a spicchi adagiate sopra lo strato di crema e rifinire con delle meringhe sbriciolate e intere a piacere.