Ero riuscito ad avere il suo numero per ripassare le ultime cose degli esami. Era la rinomata secchiona della classe. Carina, ma in quel momento per me solo secchiona. Le chiesi giorno e ora per il primo incontro, ma lei continuava a tartassarmi sugli argomenti e la preparazione. Troppi messaggi. Tolsi tutte le suonerie. Comiciai a non risponderle. Ci vedevamo e seguitavano infiniti messaggi suoi. Amica sì, ma non volevo darle false speranze. Un giorno smisero le ripetizioni e smisero i suoi messaggi. Rimisi la vibrazione, poi la suoneria. Sollievo. Nessun sollievo. Il cellulare era monotono e così le mie giornate. Cominciai a scriverle, lei rispondeva a stento. Passò una notte senza risposta. Ne passarono due. Tre. Ero disperato. Finché mi scrisse: “I messaggi sono una forma di tortura molto raffinata. Un giorno senza risposta: pensi a una tattica. Due giorni senza risposta: ti offendi. Tre giorni senza risposta: ti innamori.”* E capii che ero fregato.
*Soltanto la frase tra vorgolette è tratta da -L’amore dura tre anni- di F. Beigbeder
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