buon anno.
Ascanio riceve un messaggio sul telefonino: “Il servizio: adesso tu sai e perciò puoi chiamare si è rinnovato, costa un soldo per due mesi”. Questo agire è scorretto perché il servizio non è stato richiesto e il suo primo avvio può essere sfuggito per circonvenzione d’impossibilitato. Infatti Ascanio chiama subito per i dovuti chiarimenti e gli risponde una registrazione: “Per disattivare il servizio, premi il numero uno”. Dopo arriva un nuovo messaggio: “Il servizio è stato disattivato”. Ma il costo del servizio non voluto viene restituito? I misteri volteggianti nell’etere dei mercati moderni sono messaggi furbi per “offrire” servizi non richiesti, i quali, con metodi esatti e certi per prelevare soldi, non prevedono il rimborso, con le parole meccaniche e gli scatti automatici confondono l’utente. Le “offerte” dovrebbero formulare una proposta limpida e corretta: prima di attivare un servizio occorre il consenso, altrimenti è un imbroglio, o no? Era meglio comunicare con un piccione viaggiatore, se il messaggio non ti piaceva, eliminavi il problema mangiando un bell’arrosto. (Ricordo da un racconto di Ariella).
[ APPARTENENZA ]
Appartengo ad una generazione
che deve ancora nascere.
-Pino Caruso-
http://renzomazzetti.blog.kataweb.it/2014/11/02/la-febbre-del-potere/