Il Gesù che ci viene presentato dal Vangelo oggi, potrebbe apparire un po' ostico: inquieto, scaccia in modo deciso i mercanti dal Tempio. La figura di questo Gesù esula dalla tradizione “zeffirelliana”, dolce, commovente, che muore senza perdere troppo sangue, eppure è sempre Lui. “Lo zelo per la tua casa mi divora”. Tutto ciò che riguarda il culto di Dio Padre, sia interiore che esteriore, è oggetto di attenzione da parte di Gesù. Ma non volevo soffermarmi particolarmente su questo, ma su un altro punto: la sua affermazione finale, “distruggete questo tempio e io lo farò risorgere in tre giorni, e parlava del Tempio del suo corpo”. Tale affermazione è importantissima. Tanti santi l'hanno vissuta in pienezza. Quando si ama una persona grande come Dio, si fa silenzio nel proprio cuore, le parole non bastano più, anzi, si comprende benissimo che le parole sono come un vestito troppo stretto, non possono contenere se non l'ombra di certi sentimenti. Si desidera avere la pienezza della comunione con Dio Padre, e questa si può avere solamente con la condivisione dei suoi sentimenti... Sì, è importantissimo incontrarlo nell'Eucaristia, ma la pienezza interiore si raggiunge solamente quando si vive in piena comunione di sentimenti e amore con Lui. Abbiamo bisogno di segni, quindi di incontrare Gesù nell'Eucaristia, però i veri santi hanno sperimentato una dimensione differente. San Massimiliano Kolbe, chiuso nella prigione del campo di concentramento tedesco, non poteva di certo ricevere o celebrare l'Eucaristia, ma l'ha vissuta pienamente, concretamente, quando ha offerto la sua vita al posto di quella di un padre di famiglia.
Santa Teresina del Gesù Bambino, non poteva più ricevere Gesù a causa delle frequenti emottisi, ma si era fatta lei stessa Eucaristia.Esempi così ce ne sono molti... La vera comunione con Dio è quando si vive pienamente il suo messaggio d'amore.