In un articolo a firma di Caterina Maniaci, il giornale diretto da Maurizio Belpietro e che si avvarrà a breve della collaborazione di Vittorio Feltri rispolvera una leggenda metropolitana di grande successo, le messe nere in Vaticano, dotandola però stavolta di altri particolari davvero scabrosi.
Scrive Libero: 30 giugno 2009.
Viene presentata alla stampa la Cappella Paolina restaurata, nel cuore del Palazzo Apostolico Vaticano. Da molti anni chiusa e inutilizzata, sebbene presenti due affreschi di grandissima importanza artistica, dipinti da Michelangelo. Anche l’altare è stato tolto e ricollocato. La Cappella è anche il luogo dove si riuniscono i cardinali all’inizio del conclave, prima di spostarsi nella vicina Cappella Sistina per i giuramenti solenni e l’inizio delle procedure previste. Proprio su questo luogo grandioso, ma sconosciuto ai più, proprio sul fatto che l’altare fosse stato tolto e ricollocato erano circolate varie ipotesi, tra cui quella che l’altare e l’intera cappella fossero state riconsacrate, con un lungo rito, da papa Benedetto XVI.
Perché, si chiede giustamente Libero mentre pendiamo dalle sue labbra?
La riconsacrazione è prevista quando,in un luogosacro, sono stati compiuti atti sacrileghi, blasfemi o violenti. Che cosa sarebbe potuto succedere, in quella cappella? Qualche giorno fa è uscito, in Italia, un libro scritto da due autori inglesi, Stephen Klimczuk e Gerald Warner di Craigenmaddie, intitolato “Guida ai luoghi più segreti del mondo” (Castelvecchi editore). Un volume che dedica molte pagine a Roma e al Vaticano. In esso si parla dettagliatamente della Cappella Paolina, indicato appunto come un luogo depositario di segreti. Gli autori citano, a loro volta, il vaticanista, insegnante ed ex gesuita Malachi Martin, molto noto negli Usa per numerosi best seller.
In effetti Martin è quello che dice Libero, vedi sua voce su Wikipedia.
Secondo Martin, infatti, raccontano gli autori, la Cappella Paolina «avrebbe bisogno di un esorcista piuttosto che di un restauro d’arte». Prima della sua morte nel 1999, il vaticanista rivelò che il suo romanzo, WindsweptHouse (“La casa spazzata dal vento”) «era sostanzialmente basato su una cerimonia che si svolse realmente a Roma agli inizi degli anni Sessanta. Secondoil libro, alcuni ecclesiastici importanti, in completa segretezza e apostasia, celebrarono il 29 giugno del 1963, nella Cappella Paolina, un rituale funesto con lo scopo di “introniz zare Satana” per inaugurare “l’era di Satana”». Martin, poi, in altri saggi, ha sostenuto l’esistenza di congreghe sataniste in America, gestite da sacerdoti cattolici e – orrore nell’orrore – dediti alla pedofilia, il che si collegherebbe anche ai terribili casi scoperti e denunciati a partire dal 2000.
Ma c’è un piccolo problema: a parte che Martin è morto nel 1999, i casi di pedofilia in America sono talmente diramati nel territorio da far pensare a una vera invasione di satanisti, se fosse tutto vero. Senza contare gli scandali in Irlanda, Inghilterra, Germania e persino Italia. Insomma, la storia dei satanisti sembra fabbricata a uso e consumo dei beoni e al solo scopo di assolvere la Chiesa cattolica dalle sue responsabilità. La solita, vecchia storia.
Fonte: http://www.giornalettismo.com/