Quante volte si da per scontato quello che rende ogni giorno speciale?
Ne siamo così assuefatti che nemmeno riusciamo a riconoscerne la meravigliosità unica che il solo essere presente nelle nostre vite ci dona.
Così trascuriamo, sprechiamo e lasciamo andare, non capendo che ogni forma di amore ha in sé un germoglio che deve essere curato, nutrito e coccolato, perché questo maturi in stupendi boccioli che altro non fanno che impreziosire la nostra quotidianità.
Si può morire per trascuratezza: il non essere visti – che non è essere ignorati, si badi bene – è una forma di violenza sottille che va ad ammalare l’anima e rende grigio ciò che invece dovrebbe essere come quei colori di quei pastelli accesi, che anche in pieno inverno ci fanno vedere il mare in città.
Pensiamoci: cosa facciamo realmente per occuparci dei nostri tesori? Ce ne prendiamo realmente cura? Li amiamo anche quando sono in-amabili? Li facciamo sentire unici e speciali, sebbene magari la giornata sia stata pesante e cattiva?
Alla base di tutto questo, c’è sempre una scelta: scegliamo quando facciamo nostra la peculiarità del nostro amore, e scegliamo quando decidiamo di trascurarlo.
E allora perché non imparare a fermare il ritmo incessante di impegni,nervosismo, e incessante fretta, a favore di qualcosa di più grande, ovvero il rispetto per ciò e per chi ci circonda?
Questo automaticamente si trasla in amore e rispetto per noi stessi, perché ci permette di focalizzarci su una parte miracolosa di noi, essere umani: la gentilezza.
Divagazioni spazio temporali, semplici affermazioni che diventano assuefazioni.
Così come con la vita. Quante volte abbiamo voluto posporre ciò che invece in realtà era fondamentale per la nostra felicità? Quante volte abbiamo trattenuto frasi, parole e emozioni solo perché la consuetudine con il suo velo ci ha imposto dogmi che paradossalmente non erano nemmeno di nostra appartenenza?
Facile dire: segui ciò che ti rende felice. Ma se ciò che ci rende felici va in rotta di collisione rispetto ai desideri di chi più amiamo?
Fai ciò che fa vibrare la tua anima, questa bella anima che decide ad un certo punto di scovare un contenitore adatto per potersi divertire con un’esperienza materiale e materialistica, giocando con il Destino, e traendo il meglio dalla vita che ci viene affidata insieme al corpo.
Ama. Non smettere di amare e persegui il bello, detto anche il tuo desiderio. Si ma quando non si riesce a esaudire il desiderio, cosa si fa? Inutile dire ” non pensarci troppo, quando meno te lo aspetti, accadrà”.
Spiegatemela questa affermazione: come puoi non pensarci troppo, se in un semplice assunto sta l’idea di felicità che sogni da sempre?
Story of my life: quando sono pronta io, non è pronto chi mi è accanto. E allora cosa si deve fare? Queste passioni che muovono la vita, come possono guidarci fino alla meta, senza sbandare troppo?
Ci sono momenti in cui l’unica cosa sulla quale possiamo contare , paradossalmente, è l’unica cosa che non possiamo vedere, ma solo sentire: la nostra Fede. Verso un futuro come piace a noi, disegnato come vogliamo noi e colorato di quei colori che abbiamo nei nostri occhi, quando alla sera li chiudiamo. Fede che tutto si sistemi come vogliamo, fede che ciò che si cerca di più è già qui, accanto a noi.
Perché quand ami, non si può essere così ignoranti da sottovalutare quello che desidera anche l’altro. Che sia un genitore, un partner o un amico. Mi piace sempre prioritizzare ciò che rende felice gli altri, perché poi il peso della loro tristezza per me diventa moltiplicato all’ennesima potenza e non sono semplicemente in grado di sorreggerlo.
C’è chi ha fatto di questa passione un cammino che poi ha illuminato la vita di tutti. E continua a illuminarla, come un faro acceso per ogni notte, tutte le notti che la Terra comanda, a ripetizione. Così. Naturalmente.
Ho avuto il privilegio di visitare l’hacienda di Don Julio, là in quel posto dove il blu dell’agave sembra farti trasalire per la bellezza e la specialità di tutto. Abbiamo visto come producono la tequila, e soprattutto siamo rimasti abbagliati dalla storia fatta di amore che Don Julio è riuscito a scrivere, catturando milioni di persone che ad ogni sorso, assaporano un po’ di magia. Unica e irripetibile.
Don Julio, che ha chiamato la sua distilleria “Primavera”, solo perché ne aveva voglia. Don Julio che da piccolo decise che avrebbe creato qualcosa di qualità, e investi tutto il suo tempo e energia per trovare finanziamenti per far si che il suo sogno diventasse realtà. Tequila quindi, quasi ad anima nazionale messicana, in una sorta di inno che esalta i profumi e gli aromi di questa terra maya.
Dici tequila e non puoi non gustare la Reposado, con i suoi sentori d vaniglia. O la anelo, con quel non so che di miele. O ancora: blando e margarita vanno a braccetto e dimmi se ora non avresti voglia di averne una a portata di mano.
Insomma, andar in questi campi, o anche detto ” andar per campi di agave”, mi ha insegnato moltissimo, in primis i mille utilizzi di questa pianta miracolosa: tequila, certo, ma all’occorrenza diventa anche carta o ago per cucire. Mi verrebbe da dire: sono stati gli alieni a regalarci tale prodigio, perché sapremo sempre a chi voltarci qualora uno di quegli scenari apocalittici dei film di Tom Cruise diventassero veri.
Mi ha emozionato guardare la serranda negli occhi di questi lavoratori, così umili e così consci che la loro è una missione, una sorta di tradizione famigliare: lavoravano lì i loro nonni, poi i padri, adesso loro e chissà forse – si augurano – i loro figli. Perché questa è arte, signori miei. Sono quegli antichi mestieri, quei prodigi che noi essere umani abbiamo imparato e tramandato, in una sorta di scommessa con l’eternità, per forse, renderci noi stessi immortali…e allora ecco, che affidarci alle tradizioni, alle radici, alla nostra terra, è quanto di più scontato e prezioso, al tempo stesso, che possa esistere per lo stesso prosequio delle nostre storie.
Le meravigliose fotografie sono state fatte dal mio fidanzato, Alessandro. Così come il video, poi montato dalla nostra mitica Alba.
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