Pacheco è considerato uno dei più grandi poeti contemporanei e uno dei maggiori intellettuali ispanoamericani del Novecento, i versi di Pacheco sono dominati dal senso della desolazione, temperato dal tono epigrammatico e ironico, hanno sempre uno sguardo sul futuro, visto con fiducia nonostante i problemi piccoli e grandi dell’esistenza. Ha pubblicato decine di raccolte di poesia e racconti. In italiano sono stati tradotti la raccolta in versi ”Gli occhi dei pesci. Poesie 1958-2000” (Medusa Edizioni 2006) e il romanzo ”Le battaglie nel deserto” (La Nuova Frontiera 2012).
Nato a Città del Messico il 30 giugno 1939, Pacheco è stato traduttore dall’inglese di T. S. Eliot, Samuel Beckett, Tennesse Williams e Oscar Wilde, saggista e narratore. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i quali Premio Octavio Paz (2003), il Premio Pablo Neruda (2004), il Premio Ciudad de Granada Federico Garcia Lorca (2005), il Premio Reina Sofía de Poesia Iberoamericana (2009). Nel 2009 è stato anche insignito del Premio Cervantes, il Nobel della letteratura di lingua spagnola. Con Sergio Pitol, Carlos Monsivais e Juan Vicente Melo, Pacheco era uno dei protagonisti della “generazione degli anni Cinquanta” che rinnovò i temi della letteratura messicana contemporanea.
Tra le raccolte di poesia si ricordano ”Los elementos de la noche” (1963), ”No me preguntes como pasa el tiempo” (1969), ”Tarde o temprano” (1980), ”Los trabajos del mar” (1984), ”Miro la tierra” (1986), ”Ciudad de la memoria” (1989). Sperimentazione formale e intensita’ espressiva caratterizzano i suoi racconti (”El viento distante”, 1963; ”El principio del placer”, 1972; ”La sangre de Medusa y otros cuentos”, 1990) e i romanzi (”Moriras lejos”, 1967). Ha curato ”Poesia mexicana del siglo XIX” (1963) e ”Antología del modernismo, 1884-1921” (1970). E’ stato professore alla Universidad nacional autonoma de Mexico e alla University of Maryland, dal 1986 era membro del Colegio nacional messicano.