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Messico, trovato un teschio “alieno”

Creato il 22 dicembre 2012 da Extremamente @extremamentex

Sono rimasti stupiti anche gli archeologi, quando hanno riportato alla luce alcuni scheletri sepolti in un antico cimitero messicano vecchio di circa mille anni. Corpi in gran parte caratterizzati da mutilazioni dentali e deformazioni craniche- usanza di molte tribú mesoamericane. Ma un teschio, in particolare, colpisce. E basta osservare le immagini sorprendenti per capire perché.

Messico, trovato un teschio “alieno”

IL TESCHIO DEFORMATO RINVENUTO IN UN CIMITERO MESSICANO

Sembra infatti uscire dal film “Alien” di Ridley Scott: la testa è eccezionalmente oblunga, le orbite oculari anziché circolari sono fessure, gli zigomi appaiono anomali e il mento innaturalmente a punta. Pare quasi impossibile che un tempo quel cranio appartenesse ad un essere umano e non ad una misteriosa creatura extraterrestre. Eppure, secondo gli studiosi, per quanto straordinario quello scheletro sarebbe perfettamente spiegabile.

La scoperta è stata effettuata in Messico, vicino al piccolo villaggio di Onavas, da un team archeologico guidato dalla dottoressa Cristina Garcia Moreno. Dalla terra sono emersi i resti di 25 persone: 13 presentavano deformazioni ossee, mentre altre 5 avevano mutilazioni a livello della dentatura.

“Questo tipo di alterazioni venivano praticate per differenziare un gruppo sociale dall’altro oppure per scopi rituali“, spiega la Garcia Moreno.”Ma questo ritrovamento è unico nel suo genere, perché mostra nello stesso luogo un mix di tradizioni appartenenti a diverse etnie del Messico settentrionale. L’uso di ornamenti realizzati con conchiglie, poi, non era mai stato evidenziato nel territorio di Sonora e prova che l’influenza dei popoli mesoamericani è arrivata molto più a nord di quanto non immaginavamo.”

Messico, trovato un teschio “alieno”

SU QUESTO SCHELETRO ERA DEPOSTO IL CARAPACE DI UNA TARTARUGA

I corpi sono infatti adornati con orecchini al naso e ai lobi, pendenti, bracciali, tutti fabbricati con gusci di conchiglie provenienti del Golfo della California. Uno poi è stato sepolto con un carapace di tartaruga adagiato sugli addominali, come a protezione del ventre. Sono però le deformazioni ossee a suscitare il maggiore interesse nei ricercatori, anche perché è la prima volta che vengono riscontrate in questa regione del Messico.

In epoche remote, era uso comune modificare la forma del cranio attraverso una serie di bendature o di strumenti in legno che venivano applicati ai neonati, a partire dal primo mese di vita, quando le ossa sono ancora tenere. Avere la nuca piatta o la fronte altissima o la testa allungata in alcune culture era un segno di distinzione legato ad un determinato gruppo di appartenenza o ad un certo status sociale.

Il primo a parlare di queste deformazioni- ai nostri occhi crudeli e senza senso- fu il medico greco Ippocrate, nel V secolo a.C. Ne scrisse in un suo trattato in merito ad un popolo chiamato “Macrocefali” (letteralmente “Grandi teste”) che inducevano nei bambini l’appiattimento del cranio. Ma alcuni antropologi sono convinti che queste usanze fossero piuttosto frequenti già tra i Neanderthal. Una pratica non immune da gravi rischi.

Messico, trovato un teschio “alieno”

UNO DEI METODI UTILIZZATI PER DEFORMARE I CRANI DEI BAMBINI

I soggetti sottoposti allo schiacciamento progressivo del cranio attraverso bendaggi o pressioni meccaniche molto spesso non sopravvivevano o comunque avevano un’aspettativa di vita molto bassa. Una conferma arriva dal cimitero appena scoperto: quasi tutti erano giovanissimi. Anche la mutilazione dentale, che segnava il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, era pericolosa: ad Onavas, tre dei 5 individui che portano i segni di questo rito non avevano più di 12 anni.

Questo scavo ha messo in seria difficoltà gli archeologi. “Non possiamo riconoscere le differenze sociali perché tutte le sepolture sembrano avere le medesime caratteristiche. Non riusciamo a capire per quale motivo alcuni indossassero degli ornamenti ed altri no, così come non sappiamo spiegare la presenza tra quei 25 scheletri di uno solo femminile“, ammette l’archeologa messicana.


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